In tempo di elezioni Regionali e dopo il primo via libera a Montecitorio, il governo dice che è pronto alle modifiche sul disegno di legge per la riforma della scuola. Ma il tavolo del ministro Stefano Giannini con i sindacati si conclude ancora con un nulla di fatto. “L’impianto generale del ddl va salvaguardato nel passaggio al Senato perché autonomia, valutazione e merito per noi restano centrali”, ha detto la titolare del dicastero all’Istruzione. “Siamo entrati nel dettaglio del disegno di legge”. Insomma un confronto che non è bastato per mettere in discussione i punti fondamentali che rappresentanti dei lavoratori e parlamentari contestano da settimane, mentre da Firenze il presidente del Consiglio Renzi ribadiva che sulla scuola “bisogna ascoltare i genitori, parlare con gli studenti, dialogare con gli insegnanti”.
Il disegno di legge ha ottenuto nei giorni scorsi il primo via libera a Montecitorio e martedì 26 maggio comincerà la discussione in Senato. I sindacati, dopo l’incontro con il ministro, confermano le iniziative di protesta: oltre alle manifestazioni sul territorio e a una fiaccolata il 5 giugno, hanno indetto lo sciopero di un’ora nelle prime due giornate degli scrutini programmati nelle classi intermedie.
“Un’altra fumata nera”, ha detto il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, “la convocazione al Miur è stata soltanto un atto di cortesia, ma è chiaro che non ci sono significativi margini di trattativa sui nodi cruciali il cui impianto complessivo resta inaccettabile”. Sul fronte delle assunzioni, Di Meglio ha sottolineato la necessità di un piano pluriennale per la stabilizzazione di tutti i precari che ne hanno maturato il diritto e ha sottolineato l’incostituzionalità della chiamata diretta nella scuola da parte dei dirigenti scolastici “che lascia spazi di discrezionalità inammissibili”. No anche alla triennalità del contratto e agli ambiti territoriali “perché, come stabilisce anche il codice civile, ogni lavoratore ha diritto, superato un periodo di prova e salvo comprovate esigenze, a permanere nel suo luogo di lavoro”.
Molto critico sulla modalità dell’incontro il segretario generale dello Snals-Confsal Marco Paolo Nigi: “E’ stato caratterizzato da uno strano stile che definirei di non confronto. Evidentemente, l’unilateralità introdotta con la figura del super-preside rispecchia quella adottata dal premier Renzi e dai membri del suo governo, in questo caso dal ministro Giannini”. Così anche Massimo Di Menna della Uil: “Ancora chiusure da parte del governo”. Di “incontro surreale” ha parlato il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: “dicano in maniera chiara che non vogliono cambiare nulla, invece di annunciare inesistenti aperture”.
Protestano anche le opposizioni. Il Movimento 5 Stelle ha parlato di “apertura solo di facciata, a uso e consumo elettorale in vista delle Regionali”. Il riferimento è alle audizioni di esperti che si terranno mercoledì e giovedì prossimo in commissione Cultura al Senato. “Avevamo presentato”, hanno dichiarato i senatori M5S, “un elenco di soggetti da audire, tra cui associazioni di pedagogisti, precari, rappresentanti dei quota 96, associazioni che si occupano dell’integrazione degli immigrati a scuola. Ma il presidente della commissione, il renziano Andrea Marcucci, lo stesso che nei giorni scorsi diceva di volere fare ‘presto e bene’, non ha accolto nessuna delle nostre proposte”. Una posizione condivisa dal deputato democratico Stefano Fassina che nei giorni scorsi aveva detto che se non ci fossero state modifiche avrebbe lasciato il Pd: “Il governo continua a far finta di dialogare con il mondo della scuola. Anche oggi parole vuote”.
Scuola
Scuola, ministro Giannini vede sindacati. Non c’è accordo: ‘Finta apertura governo’
La titolare del dicastero all'Istruzione ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori e nonostante Renzi ribadisca che molto si possa ancora discutere, ha dichiarato che l'impianto del provvedimento non si tocca. Protestano Gilda, Uil e Snals e Cgil e confermano le mobilitazioni. Critiche anche le opposizioni. M5S: "Audizioni farsa". Fassina (Pd): "Parole vuote dell'esecutivo"
In tempo di elezioni Regionali e dopo il primo via libera a Montecitorio, il governo dice che è pronto alle modifiche sul disegno di legge per la riforma della scuola. Ma il tavolo del ministro Stefano Giannini con i sindacati si conclude ancora con un nulla di fatto. “L’impianto generale del ddl va salvaguardato nel passaggio al Senato perché autonomia, valutazione e merito per noi restano centrali”, ha detto la titolare del dicastero all’Istruzione. “Siamo entrati nel dettaglio del disegno di legge”. Insomma un confronto che non è bastato per mettere in discussione i punti fondamentali che rappresentanti dei lavoratori e parlamentari contestano da settimane, mentre da Firenze il presidente del Consiglio Renzi ribadiva che sulla scuola “bisogna ascoltare i genitori, parlare con gli studenti, dialogare con gli insegnanti”.
Il disegno di legge ha ottenuto nei giorni scorsi il primo via libera a Montecitorio e martedì 26 maggio comincerà la discussione in Senato. I sindacati, dopo l’incontro con il ministro, confermano le iniziative di protesta: oltre alle manifestazioni sul territorio e a una fiaccolata il 5 giugno, hanno indetto lo sciopero di un’ora nelle prime due giornate degli scrutini programmati nelle classi intermedie.
“Un’altra fumata nera”, ha detto il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, “la convocazione al Miur è stata soltanto un atto di cortesia, ma è chiaro che non ci sono significativi margini di trattativa sui nodi cruciali il cui impianto complessivo resta inaccettabile”. Sul fronte delle assunzioni, Di Meglio ha sottolineato la necessità di un piano pluriennale per la stabilizzazione di tutti i precari che ne hanno maturato il diritto e ha sottolineato l’incostituzionalità della chiamata diretta nella scuola da parte dei dirigenti scolastici “che lascia spazi di discrezionalità inammissibili”. No anche alla triennalità del contratto e agli ambiti territoriali “perché, come stabilisce anche il codice civile, ogni lavoratore ha diritto, superato un periodo di prova e salvo comprovate esigenze, a permanere nel suo luogo di lavoro”.
Molto critico sulla modalità dell’incontro il segretario generale dello Snals-Confsal Marco Paolo Nigi: “E’ stato caratterizzato da uno strano stile che definirei di non confronto. Evidentemente, l’unilateralità introdotta con la figura del super-preside rispecchia quella adottata dal premier Renzi e dai membri del suo governo, in questo caso dal ministro Giannini”. Così anche Massimo Di Menna della Uil: “Ancora chiusure da parte del governo”. Di “incontro surreale” ha parlato il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: “dicano in maniera chiara che non vogliono cambiare nulla, invece di annunciare inesistenti aperture”.
Protestano anche le opposizioni. Il Movimento 5 Stelle ha parlato di “apertura solo di facciata, a uso e consumo elettorale in vista delle Regionali”. Il riferimento è alle audizioni di esperti che si terranno mercoledì e giovedì prossimo in commissione Cultura al Senato. “Avevamo presentato”, hanno dichiarato i senatori M5S, “un elenco di soggetti da audire, tra cui associazioni di pedagogisti, precari, rappresentanti dei quota 96, associazioni che si occupano dell’integrazione degli immigrati a scuola. Ma il presidente della commissione, il renziano Andrea Marcucci, lo stesso che nei giorni scorsi diceva di volere fare ‘presto e bene’, non ha accolto nessuna delle nostre proposte”. Una posizione condivisa dal deputato democratico Stefano Fassina che nei giorni scorsi aveva detto che se non ci fossero state modifiche avrebbe lasciato il Pd: “Il governo continua a far finta di dialogare con il mondo della scuola. Anche oggi parole vuote”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".