Secondo uno studio dell’Università del Texas pubblicato su Plos One e condotto su 3.724 uomini i maschi che consumano tra gli 85 e i 170 milligrammi di caffeina al giorno hanno una probabilità ridotta del 42% di avere problemi di erezione rispetto a chi ne consuma solo 7 milligrammi (o meno) durante la giornata
Caffè contro l’impotenza. Due o tre tazze al giorno aiuterebbero gli uomini a ridurre i rischi di disfunzione erettile. I maschi che consumano tra gli 85 e i 170 milligrammi di caffeina al giorno hanno una probabilità ridotta del 42% di avere problemi di erezione rispetto a chi ne consuma solo 7 milligrammi (o meno) durante la giornata. Mentre il rischio cala del 39% tra chi consuma quotidianamente tra i 171 e 303 milligrammi di caffeina, secondo uno studio dell’Università del Texas pubblicato su Plos One e condotto su 3.724 uomini.
I risultati sono gli stessi anche se si assume caffeina attraverso il tè o altre bevande energizzanti. Effetti che si sono prodotti persino in uomini ipertesi, sovrappeso o obesi. Secondo i ricercatori i dati si spiegano con il fatto che la caffeina provoca, a cascata, effetti farmacologici che, in sostanza, aumentano la circolazione sanguigna a livello dell’organo maschile.
Del resto fare sesso spesso può aiutare a vivere meglio, in particolare i quarantenni: avere un orgasmo al giorno abbatte di oltre il 20% il rischio di ammalarsi di cancro alla prostata, affermano Jennifer Rider e colleghi della Harvard School of Medicine americana. Gli scienziati hanno seguito per 18 anni circa 32 mila uomini sani. Di questi, oltre 3.800 hanno sviluppato un cancro prostatico durante il periodo di osservazione.
Gli studiosi hanno osservato come i 40-49enni che riferivano almeno 21 eiaculazioni al mese avevano una probabilità di tumore del 22% minore (oltre un quinto in meno) rispetto a quelli che raggiungevano il picco del piacere da 4 a 7 volte al mese. Un dato confermato anche al netto di fattori che potrebbero avere un’influenza sui risultati: dal tipo di dieta allo stile di vita in generale, agli screening effettuati. Il vantaggio appare dunque evidente, ma la stessa Rider invita a “prendere con cautela questi dati osservazionali”, benché siano “i più convincenti finora emersi sui potenziali benefici dell’eiaculazione nella prevenzione del cancro della prostata”.