Le assicurazioni bolognesi, che in seguito alla fusione con Fondiaria Sai hanno acquisito la catena Atahotels, hanno messo sul piatto 287 milioni per rilevare la società. Che è nelle mani delle banche creditrici, tra cui l'istituto del gruppo guidato da Carlo Cimbri
A Carlo Cimbri non bastano il business assicurativo e la gestione di Unipol Banca. L’amministratore delegato di UnipolSai ora punta a creare “un leader nazionale nel settore alberghiero italiano”. Facendo leva sulla pur sofferente Atahotels, ereditata – non senza ombre – al momento della fusione tra Unipol e la galassia della famiglia Ligresti. Lunedì il gruppo delle coop ha infatti annunciato che la catena interamente controllata e UnipolSai Investimenti hanno sottoscritto con il gruppo Una due accordi per acquisire sia il ramo di azienda che si occupa di gestione alberghiera sia i suoi 31 hotel, quasi tutti 4 stelle. L’esborso complessivo sarà di 287 milioni di euro e a valle dell’operazione, si legge nel comunicato di UnipolSai, nascerà un gruppo “con più di 50 strutture (sia business che leisure), circa 8.600 camere, un fatturato aggregato di oltre 170 milioni”.
L’operazione non è una sorpresa, visto che a marzo Unipol aveva ottenuto l’esclusiva per l’integrazione tra Una e la sua Atahotels, che nel 2014 ha perso 9 milioni di euro. Del resto Una è oggi di proprietà della holding Fenice, che dopo il crac della società di costruzioni Baldassini-Tognozzi-Pontello (Btp) è finita in mano alle banche creditrici per un totale di 270 milioni: Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e, terza per esposizione, anche la Unipol Banca del gruppo bolognese. Seguono Popolare di Vicenza, Bpm e altri istituti più piccoli. Di conseguenza l’acquisizione permetterà in un colpo sono anche di rientrare di gran parte dei crediti vantati.
UnipolSai sottolinea che “l’esecuzione delle operazioni avrà luogo dopo l’ottenimento del via libera da parte delle competenti Autorità e il completamento delle procedure di ristrutturazione dell’indebitamento di Una”. Si fa poi cenno al possibile “ausilio di partner”: nei mesi scorsi Il Sole 24 Ore aveva dato conto del possibile ingresso nel nuovo gruppo del Fondo strategico italiano di Cassa depositi e prestiti, che per statuto acquisisce quote di minoranza in imprese di “rilevante interesse nazionale” con “adeguate prospettive di redditività e significative prospettive di sviluppo”.