Vietato parlare degli scandali legati alle grandi opere in campagna elettorale. Succede ad Altivole, seimilaottocento abitanti alle porte di Treviso, dove il Comune – accogliendo il parere della Prefettura – ha giudicato “opportuno procrastinare la presentazione del libro ‘Strade Morte. Dal sogno del grande Veneto allo scandalo delle grandi opere’ a data successiva allo svolgimento delle elezioni Regionali”, si legge nella nota dell’amministrazione.
L’inchiesta giornalistica si concentra su alcuni temi che da un anno sono al centro delle cronache giudiziarie e politiche: dalle tangenti sul Mose, fino all’affaire Lupi-Incalza e alla realizzazione della Pedemontana Veneta. Temi da non trattare alla vigilia del voto del 31 maggio, secondo il prefetto Maria Augusta Marrosu e il sindaco Sergio Baldin, della lista civica vicina alla Lega Nord Insieme per Altivole. La storia inizia il 15 maggio, quando “Elvio Gatto, referente trevigiano del Covepa, comitato contrario alla superstrada – spiega a ilfattoquotidiano.it il giornalista Marco Milioni, uno degli autori – ha chiesto al Comune gli spazi dell’auditorium, indicando una data, dal 25 al 28 maggio, per la presentazione. Ma con una comunicazione del 19 maggio l’amministrazione ha fatto sapere di aver accolto il parere della Prefettura e ha chiesto di posticipare l’incontro perché a, loro parere, gli argomenti trattati entrano nel merito della campagna elettorale”. Milioni parla senza giri di parole di “atto censorio” e considera la scelta “un grave precedente”. Per questo ha deciso di presentare un esposto al ministero dell’Interno, al prefetto di Treviso e all’Ordine dei giornalisti del Veneto. Segnalando quanto è avvenuto anche al presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. “Si chiede al ministro – scrive Milioni – se ritenga di dovere avviare un accertamento ispettivo nei confronti dell’operato della prefettura nonché dell’amministrazione comunale di Altivole”.
Da parte sua il sindaco Baldin difende la decisione: “Vi sono regolamenti che prevedono di informare il prefetto di appuntamenti che si tengono durante la campagna elettorale se si ritiene che questi in qualche modo possano entrare nel merito – dice a La Tribuna di Treviso – Su quello richiesto da Gatto, essendo chiaro il tema del libro e dell’incontro, abbiamo sottoposto la questione al prefetto, che ha dato il suo parere sull’opportunità di tenerlo in questi giorni. Diverso sarebbe stato se questa presentazione fosse stata fatta nell’ambito di un appuntamento elettorale”. Insomma, se il libro fosse stato presentato durante all’iniziativa di un partito in corsa per le Regionali non ci sarebbe stato nessun problema.
Oltre a Milioni, “Strade Morte” è stato scritto Carlo Costantini, Massimo Follesa e Francesco Celotto, questi ultimi due attivisti del Covepa, che si batte contro la superstrada che passa proprio da Altivole e dovrebbe collegare il Vicentino a Spresiano, nel Trevigiano: grande opera, che nella Regione guidata da Luca Zaia, è seconda per importanza solo al sistema di dighe mobili che servono a proteggere Venezia dall’acqua alta. I lavori sono partiti con oltre un anno di ritardo. E il completamento, previsto per l’inizio del 2016, è slittato al 2018. Ad aprile scorso l’infrastruttura è finita sotto la lente dell’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone che vuole vederci chiaro sul perché i costi di realizzazione siano lievitati di oltre 450 milioni, cambiando il piano economico finanziario della concessione firmata nel 2009.
“Col nostro lavoro volevamo solo fare una riflessione sulle cause che hanno portato a quel sistema da cui è nato lo scandalo Mose – racconta Milioni – Nella mia esperienza giornalistica non ho mai visto prendere un provvedimento simile da parte della Prefettura che con tono paternalistico ‘consiglia’ al Comune quali appuntamenti è giusto far svolgere in un luogo pubblico e quali no. Faremo richiesta agli atti per vedere la comunicazione inviata all’amministrazione. Ma questa vicenda riserva anche aspetti grotteschi e divertenti: il libro verrà presentato lo stesso, mercoledì 27 maggio. Sapete dove? – ride al telefono – Nella parrocchia di Altivole, grazie alla concessione del prete. E poi si parla di laicità dello Stato…”.