Nelle scorse ore circa 150 occupanti sono stati allontanati dall'ex residence e denunciati. Oggi avevano chiesto di fare una conferenza stampa a Palazzo d'Accursio, ma è stata negata
“Avevamo comunicato sia ai Vigili urbani sia alla Digos che avevamo bisogno di fare una conferenza stampa pacifica per spiegare le nostre ragioni, ma non ci viene concesso nemmeno di fare questa conferenza stampa al riparo dalla pioggia, mi chiedo di cosa abbiano paura”. Così Giorgio Simbola del Cispm (Coalizione internazionale migranti rifugiati e sans-papiers) di Bologna commenta il portone sbarrato del cortile di Palazzo D’Accursio, sede del Comune, dove gli sgomberati dall’ex Dima di via Emilia Levante, avrebbero voluto incontrare i cronisti questo pomeriggio.
Il portone blindato e vigilato da Digos e carabinieri “non ha bisogno di commenti” prosegue Simbola che parla alla stampa sotto l’arco di Palazzo D’Accursio, a nome dei circa 150 occupanti che nelle scorse ore sono stati allontanati dall’ex residence e denunciati. “Ci hanno buttati fuori come stracci vecchi – spiega Simbola – e hanno espulso una decina di 60enni, mentre noi chiediamo solo un rifugio per chi è in fuga dalle guerre, per questo combatteremo fino alla fine e non ci arrendiamo”.
L’occupazione interrotta, ha riguardato stranieri, profughi, disoccupati e madri con bambini piccoli, ma “nessuno è tornato per strada – riferisce l’esponente del Cispm – abbiamo stipato le nostre case private accogliendo fino a 20 persone, ma non possiamo andare avanti così”. “Abbiamo contenuto questa occupazione per un anno e mezzo – prosegue – perché siamo convinti che l’occupazione non sia una soluzione politica, ma il sindaco Merola deve dirci qual è la sua soluzione, dove spiegarci qual è la sua visione della città”.