Giulia, avvocato, ha deciso di lasciare il lavoro per dedicarsi alla nuova attività, grazie ai fioricoltori del Lazio. Ora la sua Florityfair.com conta cinque dipendenti, oltre a lei, e due squadre esterne. E ai politici dice: "Invogliate i giovani a creare anziché farci rovinare mesi di vita inviando inutilmente cv alle aziende"
Un giorno di tre anni fa Giulia Giontella, 29 anni, avvocato, cerca “fiori low cost” su Google e non trova niente. “Allora – pensa tra sé – me li invento io”. Detto e fatto subito. Molla lo studio legale del padre, a Roma, dove in quel momento lavora, e apre Florityfair.com (“‘flority’ è un neologismo e ‘fair’ in inglese vuol dire equo ma anche fiera, nel nome tengo entrambi i significati” spiega), il primo e-commerce di fiori a prezzi popolari e a chilometro zero.
“Non possono essere dei beni di lusso. A me piaceva avere fiori freschi in casa ogni settimana ma buttavo via un sacco di soldi“. Si mette nei panni del consumatore e studia l’offerta ideale: 7,50 euro per un mazzo di fiori avvolti in carta da pane. Per abbattere i costi di trasporto sceglie solo quelli coltivati nei campi del Lazio. “Nei negozi invece molti fiori arrivano da Paesi esotici, sbarcano al mercato internazionale di Amsterdam, sono ceduti all’asta ai grossisti, acquistati dai commercianti e rivenduti al cliente. Ogni passaggio prevede un rincaro”.
All’inizio non è stato facile: “Primo perchè mio padre mi dava della pazza, secondo perché non esiste un database di fioricoltori. Ho girato per le campagne e ne ho trovati una cinquantina sopravvissuti alla crisi che mi hanno dato fiducia. A quel punto sono partita”. Giulia sbriga tutto da sola: di notte ritira dalle aziende i fiori appena colti, di giorno fa le consegne a domicilio e promuove il servizio porta a porta.
“Due su dieci decidevano di fare l’abbonamento“. Che consiste almeno in tre richieste, una alla settimana. Un mazzo occasionale costa circa il doppio. “Comunque il 70 per cento in meno di quanto lo pagheresti in negozio” precisa. In due mesi soddisfa 70 clienti. “Dormivo pochissimo, ero esaurita, cosí ho deciso di farmi aiutare da un’altra persona per la raccolta dei fiori“. Lei sa di aver fatto un piccolo miracolo. “Per il portale ho chiesto consulenza a un paio di amici esperti di informatica, per il resto mi sono arrangiata: ho letto di tutto sui fiori e mi sono messa a fare ricerche di mercato”.
Oggi Florityfair.com conta cinque dipendenti, oltre a lei, e due squadre esterne, una di paesaggisti per decorare i giardini, le terrazze, e realizzare pareti vegetali dentro casa, e un’altra che si occupa degli addobbi floreali per cerimonie e hotel. E il business di Giulia continua a crescere. “Tutto quello che prendo lo investo, a parte i soldi per la spesa e le bollette“. Da pochi giorni accetta anche le ordinazioni dall’estero. Avevo già ricevuto richieste da Casablanca e Buenos Aires, non so come abbiano fatto a trovarmi online. È per questo che ho deciso di puntare anche sul mercato straniero. In 24, massimo 48 ore il bouquet arriva”.
Ha un appello da rivolgere alla classe politica: “Dateci fiducia, invogliate i giovani a creare, a investire sulle proprie idee, anziché farci rovinare mesi di vita inviando inutilmente cv alle aziende. Chi sarà la ex Fiat del futuro, eh? Se non ci offrite delle chance ci deprimiamo o scappiamo dall’Italia“. Lei all’università sceglie Giurisprudenza perché sa che uscita da lí ha un posto sicuro nello studio del padre, avvocato. Allo stesso tempo sa che rinuncia a una parte di sè. Scrive la tesi a Ginevra sui paradisi fiscali.
“Una città frizzante, piccola ma super confortevole”. Prima di trovare la sua strada, fa una serie di tentativi. Si sposta a Londra, dove lavora nell’ufficio stampa di una casa automobilistica. Dopo un anno è reporter per il Time e Bloomberg a Malta, in Portogallo e Kazakistan. “Raccoglievo le testimonianze dei grandi imprenditori del Paese per aiutare il governo ad attrarre investimenti esteri”. Ma non è convinta di quello che sta facendo. Torna a Roma e dopo colloqui vari entra a Skytg24, “gestivo i collegamenti con l’estero”. Stufa di una vita da precaria, fatta di co.co.pro., decide di realizzare il suo sogno. “Noi dobbiamo scommettere su noi stessi. Noi siamo il futuro“.