Assegnato e poi ritirato prima della consegna. L’edizione 2015 del Premio Ennio Flaiano di Pescara è il “giallo letterario” della tarda primavera. Con uno scrittore arcinoto a fare da protagonista. O forse da vittima. Molti individuano ormai in Emmanuel Carrère, autore e e sceneggiatore francese, autore del bestseller “Limonov” e del recentissimo “Il Regno”, lo scrittore più rappresentativo e moderno della nostra epoca. Che metta al centro dei suoi libri la biografia romanzata di un controverso e massimalistico poeta e attivista politico ucraino, o il primo secolo dopo Cristo, “quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo”… con la sua prosa lucida e cinematografica, sempre a cavallo tra inchiesta e letteratura, alto giornalismo e narrativa fattuale, Storia e storie, parlando di altro per parlare (anche) di sé, Carrère è oggi uno dei pochi intellettuali capaci di indicare la via.
Se ne accorge anche il premio letterario internazionale di Pescara “Ennio Flaiano”, che un mese e mezzo fa decide di conferirgli il premio speciale per la cultura. Il FattoQuotidiano.it è in possesso della lettera che la segreteria del premio Flaiano invia a Emmanuel Carrère l’8 aprile scorso. “Il Premio internazionale ha raggiunto la sua 42esima edizione e nel corso di questi anni sono stati premiati molti importanti scrittori, registi, attori e altre notevoli personalità della cultura come Josè Saramago, Jean Le Clézio, Alice Munro, Imre Kertesz, Seamus Heaney, Billy Wilder, Manoel De Oliveira, Margarethe von Trotta, Alain Delon, Ken Loach, Roberto Saviano, Eric Rohmer, Luca Ronconi, Tom Stoppard – si legge nella missiva redatta in inglese -. Siamo lieti di annunciarle che la giuria del Premio Flaiano vuole assegnarle il Premio straordinario per la cultura (con un assegno di 10 mila euro) per il suo lavoro di scrittore. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Pescara la sera del 12 luglio. Non vediamo l’ora di sentirla al più presto per permetterci di organizzare tutto nei dettagli”.
Carrère accetta il premio. Anzi, se ne dice felice e onorato. Si profila un’opportunità d’immagine non da poco per la città che fu anche di D’Annunzio. Ma all’improvviso dal premio Flaiano ci ripensano. Il riconoscimento gli viene inopinatamente ritirato. Una decisione fulminea che lascia di stucco Adelphi, la casa editrice italiana del grande scrittore parigino di origine georgiana. “A Emmanuel Carrère la notizia è stata comunicata dal nostro ufficio stampa, e lui è rimasto sorpreso due volte: in primis per la decisione quantomeno curiosa di ritirare un premio che con una comunicazione scritta gli era stato già assegnato; e poi per la modalità della comunicazione, avvenuta in forma del tutto indiretta” ci spiega Benedetta Senin dell’Adelphi. L’organizzazione dei premi Flaiano come si è giustificata? “Si è limitata a comunicare per telefono la decisione presa dal presidente Edoardo Tiboni. Da parte loro non è giunta nessuna comunicazione scritta, né ad Adelphi né a Carrère, nonostante le nostre numerose richieste in tal senso” aggiunge la rappresentante della casa editrice diretta da Roberto Calasso. E voi di Adelphi come l’avete presa? “Abbiamo reagito come l’autore di “Limonov”: con incredulità”.
La motivazione addotta da Pescara alla base del clamoroso ripensamento, telefonicamente parlando, è la seguente: “Non possiamo più assegnargli il “Flaiano” perché a Carrère è stato nel frattempo dato il premio Mondello”. Sezione “autore straniero”. La cerimonia di consegna è avvenuta il 16 maggio nel corso del Salone del libro di Torino. Al Mondello funziona così: a mo’ di giudice monocratico, uno scrittore chiamato dal Premio sceglie un suo maestro e punto di riferimento letterario, che sia anche nevralgico nel panorama letterario mondiale. Quest’anno il giudice era Antonio Scurati e la sua preferenza è andata proprio a Emmanuel Carrère. “Carrère è lo scrittore che meglio di ogni altro esprime il paradosso del dilagante culto dell’Io in un mondo sempre più massificato,un mondo in cui chiunque può assistere a distanza allo spettacolo di esistenze anonime e per sempre estranee – ha argomentato Scurati -. In questo modo ha trasformato, libro dopo libro, le “vite degli altri” in “vite che non sono la mia”. E si tratta pur sempre di una forma di relazione».
Nessuno però sapeva che al premio Flaiano volessero l’esclusiva. “Di diritto alla primogenitura che è sempre stato implicitamente rispettato” ci parla invece il critico letterario Renato Minore. “Avevo suggerito io il nome di Carrère alla presidenza del Flaiano, della cui giuria faccio parte. La mia proposta è stata accettata e portata avanti. Poi la presidenza ha deciso in altro modo, dal momento che lo scrittore francese aveva ricevuto intanto il premio Mondello, che sarebbe stato consegnato prima di Pescara”. La firma di Emmanuel Carrère non potrà pertanto più essere scolpita al fianco di “futuri Nobel consacrati a Pescara quando erano ancora quasi sconosciuti – dice ancora Minore al FattoQuotidiano.it -. Mi spiace e spero che in futuro Carrère possa essere nella città adriatica, come già tutti i grandi scrittori del secondo Novecento”. Oppure, chissà, terminerà, tutta questa storia, trasformata e sprovincializzata, in un capolavoro dei suoi.