All’ombra dell’ultimo sole , s’era assopito un pescatore.. e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso“. Quante volte abbiamo cantato il ritornello di questa canzone? Quando sei giovane ci sono artisti che ti entrano nel cuore , poi col tempo cresci, cambiano i tuoi gusti musicali e dimentichi i tuoi primi amori.  E capitato anche a me.

Fabrizio De Andrè è un esempio opposto. Avevo quindici anni quando ascoltai per la prima volta un suo disco e ancora oggi sento le stesse emozioni , gli stessi brividi  e provo lo stesso piacere.

Per noi che abbiamo cantato e sognato con Fabrizio, Faber soprannominato dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio per per la sua predilezione alla matite e ai pastelli della Faber – Castell, è in arrivo al cinema solo per due date, il 27 /28 Maggio un documentario di Gianfranco Cabiddu ‘Faber in Sardegna e l’ultimo concerto di De Andrè’ che racconta in 120 minuti il rapporto con la sua amata isola e il suo ultimo memorabile concerto al Teatro Brancaccio di Roma del 13 Febbraio 1998 di cui anch’io fui testimone.

E’ lo stesso regista Cabiddu, raggiunto telefonicamente, che ci spiega alla vigilia dell’uscita nelle sale come è partita questa idea del docufilm. “Anzitutto per la passione che abbiamo tutti per la sua musica e per quello che rappresenta nella cultura italiana. Un progetto nato grazie anche alla amicizia comune con Nicola Piovani che firmò le musiche dell’opera prima di Cabiddu, Disamistade, che a sua volta ebbe molte collaborazioni artistiche con Fabrizio. E grazie a Paolo Fresu, ideatore del Time in Jazz di Berchidda, che per molti anni ha reso omaggio alla figura artistica di De Andrè e alla zona dell’Agnata dove il cantautore aveva scelto di vivere”.

Una parte importante  del documentario è dedicata al periodo sardo dell’artista con le interviste agli amici che gli furono accanto che lo aiutarono a realizzare quel suo progetto agricolo a cui teneva tanto e che non considerava solo un ‘buen retiro’ ma una vera e propria attività imprenditoriale che valorizzasse quella terra. Insomma una ricostruzione attenta e precisa di quegli anni raccontati in modo particolare dalla sua compagna Dori Ghezzi che ne diventa filo conduttore.

E poi la musica di quell’indimenticabile concerto riproposto in versione restaurata e rimasterizzata con i suoi più grandi successi.
Ecco un’altra bella occasione per riascoltare Fabrizio che come ricordò Fernanda Pivano è stato il più grande poeta che abbiamo avuto negli ultimi 50anni in Italia.

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