Sono le rivelazioni di alcune fonti della Suprema Corte: le motivazioni potrebbero uscire prima del giorno del voto. I tribunali amministrativi finora erano stati spesso "favorevoli" all'annullamento della sospensione, come nei casi di De Luca e De Magistris
Non è il Tar, ma il tribunale ordinario ad applicare la legge Severino ai politici condannati. E’ l’orientamento maggioritario dei giudici della Corte di Cassazione che nei prossimi giorni, probabilmente entro il fine settimana, dovrebbe pubblicare la sentenza e le motivazioni. Secondo fonti dell’Ansa potrebbe essere depositato entro venerdì mattina il verdetto e il consigliere relatore Stefano Petitti è stato sollecitato a scrivere la sentenza e a depositarla prima del week end, ma non è certo che questa indicazione possa essere rispettata data la complessità della materia. L’orientamento dei giudici, già emerso prima della camera di consiglio, sarebbe ampiamente maggioritario per attribuire al giudice ordinario, e non al Tar, la competenza sulla Severino.
Era stato lo stesso sostituto procuratore generale Umberto Apice a dare questa indicazione, riprendendo una tesi già espressa da un altro pg, Luigi Salvato. L’udienza è nata da un ricorso del Movimento difesa del cittadino presentato dall’avvocato Gianluigi Pellegrino. Per la “difesa” del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, competente è il Tar.
Se la tempistica sarà rispetta, la decisione degli “ermellini” potrebbe incidere già sulla tornata elettorale di domenica prossima, in particolare per la Campania dove si tratta di capire se, in caso di vittoria dello sfidante Vincenzo De Luca, sarà effettivamente il candidato del Pd a governare la regione e a prenderne le redini dalle mani del governatore uscente Stefano Caldoro (centrodestra). De Luca, infatti, se la Suprema Corte – come tutto fa presumere anche in base alle indicazioni espresse dai due rappresentanti della Procura generale – affiderà al tribunale ordinario l’ultima parola sull’applicazione della Severino, potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico e potrebbe dover “scontare” 18 mesi di sospensione. Tradizionalmente, infatti, i magistrati ordinari sono più “severi” di quelli amministrativi nell’applicazione della Severino. Il Tar ha in effetti reintegrato sia Vincenzo De Luca sia Luigi De Magistris annullando la sospensione da sindaci di Salerno e Napoli. Quanto ai giudici ordinari non ci sono molti precedenti. Uno di questi riguarda l’ex assessore regionale della Puglia Fabiano Amati condannato in appello per tentato abuso d’ufficio e sospeso dal consiglio regionale: la corte d’appello di Bari, però, lo reintegrò nell’assemblea.