Cronaca

Migranti, Frontex: ‘Triton, sarà ampliata azione fino a 138 miglia a sud della Sicilia’

Lo si legge in una nota dell'agenzia europea, in cui si annuncia la firma del nuovo piano della missione, alla luce dell’aumento di fondi e mezzi. In estate, il periodo dove avvengono più sbarchi, saranno schierati tre aerei, sei navi d’altura, 12 pattugliatori e due elicotteri

L’area operativa di Triton, l’operazione di pattugliamento delle coste coordinata da Frontex, sarà estesa di 138 miglia nautiche, a sud della Sicilia. Lo si legge in una nota dell’agenzia europea, in cui si annuncia la firma del nuovo piano della missione, alla luce dell’aumento di fondi e mezzi. In estate, il periodo dove avvengono più sbarchi, saranno schierati tre aerei, sei navi d’altura, 12 pattugliatori e due elicotteri. “Abbiamo fortemente aumentato il numero di mezzi nel Mediterraneo centrale – afferma Fabrice Legger, direttore esecutivo di Frontex – per sostenere le autorità italiane nel controllo delle frontiere marittime e per salvare vite, troppe delle quali sono già state tragicamente perdute quest’anno”.

Frontex ha stabilito una base regionale in Sicilia da dove coordinerà l’operazione Triton e lavorerà in stretto contatto con gli ufficiali di collegamento di Europol, Eurojust, e Ufficio Ue d’asilo Easo, in sostegno delle autorità italiane. Presto la Commissione europea darà a Frontex altri 26,25 milioni di euro per rafforzare l’operazione Triton in Italia e Poseidon in Grecia, da giugno 2015 fino a fine anno. Il budget di Triton per quest’anno sarà di 38 milioni, mentre 18 milioni quello di Poseidon. Il prossimo anno la Commissione stanzierà altri 45 milioni per le due operazioni.

Fra i Paesi Ue ed extra-ue che partecipano conferendo esperti e materiale tecnico ci sono Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, France, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
All’appello, oltre all’Italia, al cui sostegno è finalizzata l’operazione Triton, mancano Ungheria, Bulgaria e Cipro.

“Ue, trasferibili solo eritrei e siriani”
Ma se da un lato si dimostra pronta a muoversi per frenare il flusso dei migranti provenienti dal Nord Africa, dall’altro l?ue non pare pronta a mantenere le promesse fatte in aprile sul fronte della redistribuzione dei migranti tra i 28 Paesi dell’Unione. Secondo un’anticipazione del Corriere della Sera circa il piano che la Commissione europea presenterà mercoledì, la distribuzione dei migranti in Europa riguarderà solo i nuovi arrivi. Nessuno fra gli stranieri già presenti in Italia potrà essere trasferito in un altro Stato e gela le aspettative di chi, nel nostro Paese, pensava che la partita potesse considerarsi chiusa. Inoltre, la regola fissata dalla Commissione prevede che i “ricollocati” possano essere soltanto “i richiedenti asilo che godono del regime di protezione nel 75% degli Stati membri”. Una caratteristica che hanno soltanto gli eritrei e i siriani.

“In Libia un’operazione militare”
Wikileaks ha pubblicato i due protocolli riservati dell’Unione europea che delineano la strategia per la missione in Libia, presentata esplicitamente come “un’operazione militare“. A margine dei documenti pubblicati, si legge sull’Espresso che ha pubblicato il documento, l’organizzazione di Julian Assange commenta come “l’Unione Europea schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di migranti. Dati i passati attacchi in Libia da parte di varie paesi europei appartenenti alla Nato e date le provate riserve di petrolio della Libia, il piano può portare ad altro impegno militare in Libia”.

Per l’operazione si ipotizzano tre fasi, con una durata iniziale di un anno. Si scrive che dal punto di vista militare la missione finirà solo quando “il flusso di migranti e l’attività dei trafficanti saranno significativamente ridotti”. L’obiettivo è quindi di arrestare le partenze dalle coste libiche, rendendo – attraverso la distruzione delle organizzazioni degli scafisti – più difficile utilizzare la rotta verso la Sicilia.