In alcune scuole i collegi hanno deciso di bloccare la scelta dei testi per il prossimo anno scolastico. L'Aie esprime "sconcerto e stupore. Il costo di una legittima mobilitazione finisce per gravare sulle spalle di aziende e lavoratori del nostro settore"
E’ scontro tra l’Associazione italiana editori gruppo educativo e gli insegnanti che hanno deciso di non adottare i libri di testo per il prossimo anno scolastico in segno di protesta contro la riforma sulla scuola approvata alla Camera e in discussione al Senato nelle prossime settimane. La scelta di alcuni collegi docenti ha preoccupato il presidente Giorgio Palumbo che in una nota, pubblicata dal sito della rivista “Tuttoscuola”, chiede al ministro della Pubblica Istruzione di intervenire. I vertici dell’Aie sono in allerta perché la protesta potrebbe diventare contagiosa.
La Legge prevede che siano i docenti a scegliere il libro di testo da adottare per il prossimo anno scolastico: la prassi prevede che una volta definiti i titoli sia l’organo collegiale che rappresenta i professori della scuola ad approvare l’adozione. Solitamente entro la fine di maggio tutti gli istituti provvedono a questo passaggio burocratico ma quest’anno il disegno di Legge ha bloccato l’iter: all’ “Arturo Bianchini” di Terracina il collegio docenti in maniera unanime ha scelto di non adottare i libri convinto che “solo se vengono insidiati gli interessi economici degli operatori che ruotano attorno alla scuola è possibile indurre ad una più seria riflessione sulla materia gli organismi politici competenti”.
Una forma di dissenso che è stata messa in atto anche all’istituto “Mario Orso Corbino” di Partinico dove tutti gli insegnanti hanno deliberato la sospensione dell’individuazione dei libri.
L’idea non è piaciuta per nulla all’Aie che, attraverso le parole del presidente del gruppo educativo, ha espresso “sconcerto e stupore”. Palumbo ha spiegato: “E’ davvero singolare che il costo di una protesta, legittima nei termini di una corretta espressione di dissenso nei confronti di un provvedimento legislativo contestato, finisca per scaricarsi interamente sulle spalle di aziende e operatori del settore che altra colpa non hanno se non quella di prestare un servizio di informazione e aggiornamento alle scuole e alla classe docente. E’ ulteriormente singolare, inoltre, che il costo di questa manifestazione finisca per ricadere su soggetti strumentalmente trasformati in impropria controparte, ma che rispetto alle richieste di modifica o di ritiro del disegno di Legge non hanno alcun potere d’intervento”. Secondo gli editori siamo di fronte a iniziative “che sembrano evocare forme di lotta superate dal tempo e dalla storia” . Palumbo non intende fare alcun passo indietro e nemmeno ascoltare le ragioni dei docenti: “L’adozione dei libri di testo – ricorda il presidente nella nota – e/o di strumenti alternativi, coerentemente con la redazione del piano dell’offerta formativa, costituisce sotto il profilo amministrativo un atto dovuto da parte dei docenti”.
La prova di forza è destinata a continuare nelle prossime settimane in concomitanza con la discussione della legge a palazzo Madama ma ora l’Aie chiede al Miur di intervenire per ripristinare una situazione di piena normalità.