La madre del 19enne di Padova morto mentre si trovava in gita con la classe a Milano spiega in un'intervista a NewsMediaset: "Non so cosa pensare: se è uno scherzo, è uno scherzo crudele, disumano, messo in atto con l’intenzione di colpire in modo estremamente grave"
I compagni di Domenico Maurantonio, precipitato dal quinto piano di un albergo a Milano nella notte tra il 9 e 10 maggio mentre erano in gita di classe, continuano a essere sentiti dagli inquirenti. Ma Antonia Comin, madre del 19enne di Padova, che nei giorni scorsi – come il marito – aveva chiesto ai ragazzi di parlare apertamente di quanto accaduto quella notte, in una intervista a NewsMediaset spiega: “Visto il contesto della finestra da cui una persona, in qualunque condizione, non poteva cadere, l’unica ipotesi è che sia stato spinto giù”. E anche Eraldo Stefani, il legale della famiglia, è convinto che per ora la ricostruzione fatta dai compagni non stia “in piedi”.
“Domenico – dice la madre – non era tipo da farsi coinvolgere in bravate con equilibrismi su cornicioni o davanzali, men che meno al quinto piano. Sarebbe un altro comportamento anomalo che non è assolutamente in linea con il suo modo di essere”. Comin vede quindi in quello che è accaduto “un gesto veramente crudele, con un fine ben preciso. Purtroppo è così. Si tratta di capire chi ha messo in atto questo gesto e perché. Non so cosa pensare: se è uno scherzo, è uno scherzo crudele, disumano, messo in atto con l’intenzione di colpire in modo estremamente grave”.
La madre del giovane ritiene che “se è stato uno scherzo, non è stato uno scherzo ma un’azione mascherata da scherzo. Probabilmente – prosegue – l’intento era quello di colpire in modo definitivo o quanto meno con delle conseguenze gravissime e irreversibili”. E anche il padre di Domenico, Bruno Maurantonio, ha precisato: “Non riesco a capire perché continua ad esserci una versione secondo la quale nessuno era presente, nessuno ha sentito, nessuno ha visto che appare alquanto improbabile”.