Calcio

Fifa, vertici del calcio sotto accusa per corruzione: Fbi ordina arresti a Zurigo

Retata nell'albergo che ospita il meeting annuale. Sei persone arrestate, almeno altre otto ricercate. Sotto indagine anche il numero uno Sepp Blatter, che la settimana prossima punta alla quinta rielezione consecutiva

All’alba. Con tanto di manette a favore di telecamera. Come per una qualsiasi operazione antimafia. E invece si tratta di calcio. Ai massimi livelli mondiali. Perché a finire nella rete dell’Fbi statunitensi c’è mezza Fifa, compreso il presidente Joseph Blatter. Che è indagato, ma non nel filone d’inchiesta che ha portato al blitz di stamattina. Dove? A Zurigo, precisamente al Baur au Lac hotel, albergo extra-lusso dove i leader dell’organismo che governa il sistema calcio globale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti. Nelle stesse ore, inoltre, le autorità statunitensi hanno perquisito a Miami gli uffici della Concacaf, la federazione calcistica del Nord e Centro America e Caraibi. Le accuse nei confronti di arrestati e indagati? Soldi, un mare di soldi in mazzette. Per cosa? Tornei da organizzare, marketing, favori, diritti tv. In pratica, tutto quello che ruota attorno al mondo dorato del pallone.

LE ACCUSE: MAZZETTE PER I TORNEI IN AMERICA LATINA
Le forze dell’ordine svizzere hanno messo le manette ai polsi di sette responsabili Fifa (ma le persone coinvolte sono molte di più, almeno 9 ma c’è chi dice 14) che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. Non solo. L’ufficio federale svizzero di Giutizia ha anche reso noto di aver bloccato diversi conti bancari nel Paese “in banche attraverso le quali passavano le tangenti”. La notizia della ‘retata’ è stata riportata dal New York Times. Le accuse mosse dalle autorità americane coprono l’ultimo ventennio, e riguardano le gare per aggiudicarsi varie manifestazioni calcistiche, molte in Sud America ma anche campionati mondiali, così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar (escluse dall’indagine Fbi, ma su cui verte un’inchiesta parallela in Svizzera). Lo stesso presidente Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.

I NOMI DEGLI ARRESTATI. BLOCCATI CONTI CORRENTI
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge molti dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Sette sono stati arrestati e sono attualmente detenuti in attesa di estradizione: si tratta di Jeffrey Webb (cittadino britannico, presidente della Confederazione di calcio del Nord, Centro America e Caraibi – Concacaf – e vicepresidente della Fifa), di Eugenio Figueredo dell’Uruguay (anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL, cioè la Confederazione sudamericana del calcio), di Eduardo Li (presidente della federcalcio della Costa Rica – Fedefutbol – e funzionario della Fifa), di Jose Maria Marin (brasiliano, membro esecutivo della federcalcio sudamericana Conmebol), di Julio Rocha (cittadino nicaraguegno, ex presidente della federazione di calcio del Nicaragua e funzionario della Fifa), di Costas Takkas (cittadino britannico, ex segretario generale della federcalcio delle Isole Cayman), di Rafael Esquivel (venezuelano, presidente della Federcalcio del Venezuela – Fvf – e membro esecutivo della Federcalcio sudamericana Conmebol). Nel mirino anche di Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro fra il 1990 e il 2011 del comitato e presidente della CONCACAF, cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi.

Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione“.

“CORRUZIONE RAMPANTE E SISTEMICA. MOLTE LE VITTIME”
“I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James ComeyAd imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.

Durissime le parole di Loretta Lynch, che ha parlato di “corruzione rampante, sistemica e radicata all’estero e negli Stati Uniti”. Non solo. Il sistema “si estende su almeno due generazioni di funzionari del calcio che, come sostenuto, hanno abusato della loro posizione di fiducia per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle”. Accuse nero su bianco, tutte contenute nella lunga e articolata nota diffusa dal Dipartimento della giustizia. Nello stesso documento si legge che il sistema “ha profondamente danneggiato un gran numero di vittime, dai campionati giovanili ai Paesi in via di sviluppo che dovrebbero beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni detengono, fino ai tifosi a casa e in tutto il mondo coloro il cui supporto per il gioco rende preziosi questi diritti”. “Le azioni di oggi – è stata la conclusione di Loretta Lynch – mettono in chiaro che questo dipartimento di Giustizia intende porre fine a queste pratiche corruttive, sradicare ogni comportamento illecito e portare di fronte alla giustizia i trasgressori. Siamo ansiosi di continuare a lavorare con altri Paesi a questo proposito”.

DIRETTORE FBI: “CULTURA DI CORRUZIONE E AVIDITA'”
Anche il direttore dell’Fbi, James Comey, ha parlato in conferenza stampa. “Come affermato nell’indagine, i sospettati hanno incoraggiato una cultura di corruzione e avidità che ha creato un campo di gioco iniquo nello sport più grande del mondo” ha detto. “Pagamenti segreti e illeciti, tangenti e mazzette sono diventate il modo di fare affari nella Fifa” ha aggiunto Comey, affermando che “quando i leader di un’organizzazione arrivano a ingannare gli stessi membri che dicono di rappresentare, allora devono rispondere” delle loro azioni. Comey ha infine sottolineato come l’indagine non riguardi solo lo sport, ma la legalità. “Questo caso non si basa sul calcio, ma sull’equità e sul rispetto delle leggi” ha sottolineato il direttore dell’Fbi. Che poi ha concluso il suo intervento con parole emblematiche: “I tifosi, i giocatori e gli sponsor che nel mondo amano questo gioco non dovrebbero preoccuparsi di funzionari che corrompono il loro sport”.