Il corposo capitolo “impresentabili” delle regionali 2015 si arricchisce dell’effetto suspence per i tempi dell’elenco completo redatto dalla commissione Antimafia che slitta all’antivigilia del voto sempre che “tutto vada bene”. Per ora si sa che l’elenco sarebbe di 12 nomi e che quattro sono in quota alla Puglia, quasi equidistribuiti tra le liste di Emiliano, della Poli Bortone e del fittiano Schittulli che ne esibisce ben due. Da segnalare che l’ex-magistrato Emiliano fuori tempo massimo ha “scomunicato” il suo candidato “collegato” Fabio Ladisa rinviato a giudizio per voto di scambio, tentata estorsione e associazione mafiosa.
I rimanenti 8 o più sarebbero tutti in Campania, anche qui naturalmente felicemente accasati presso De Luca e Caldoro, protetti dai loro sponsor e totalmente impermeabili alle denunce di Saviano come ai ripetuti richiami del capo dello Stato contro le pratiche opache e predatorie.
Le modalità delle “complicazioni” dell’ultima ora, quando la lista era già pronta in busta chiusa ed era stato formalmente promesso dalla commissione per bocca della presidente Rosy Bindi che sarebbe stata resa pubblica entro le 20 di martedì 26 maggio, la successiva discussione di oltre 3 ore, infine la “fuga di notizie” con i nomi degli impresentabili pugliesi fanno pensare ad un “pasticcio” che in pochi volevano scongiurare.
Il risultato è che “il fatto di civiltà e coraggio” come ha voluto definirlo il vice-presidente Claudio Fava, di segnalare agli elettori i candidati più improponibili sebbene tardivamente e con i limiti denunciati dal capogruppo in Commissione del M5S dei numerosi nomi non vagliati dalla Commissione, si è risolto in una colossale presa in giro.
Anche se l’elenco verrà reso noto venerdì, la percentuale di elettori che ne potrà effettivamente prendere visione sarà limitata a chi si aggiorna in tempo reale e sul web, dato che dalle 24 scatterà il silenzio pre-voto.
Non è certo questo ultimo “scivolone” a screditare una campagna elettorale che si fatica obiettivamente a definire e sarà solamente un ulteriore incentivo a disertare le urne.
D’altronde gli impresentabili “certificati” sono solo una categoria, anche se particolarmente disgustosa perché riguarda i reati di stampo mafioso o riconducibili come riciclaggio e voto di scambio, della galassia ben più vasta delle candidature opache o sporche: infatti tutti i reati contro la pubblica amministrazione dalla corruzione alla concussione fino al falso in bilancio non concorrono al curriculum di “impresentabilità”.
Appena apposta la firma alla legge anticorruzione “avanguardia in Europa” come la definisce Renzi, anche se nel paese della mafia non colpisce adeguatamente il voto di scambio e dopo il ventennio berlusconiano non riforma in modo organico la prescrizione, il presidente-segretario ha ribadito: “Nessun impresentabile nel Pd”. Probabilmente gli sono sfuggiti gli almeno 4 impresentabili, di cui avremmo già dovuto conoscere i nomi certificati dalla commissione antimafia, che in Campania all’ombra del candidato ineleggibile che lui è andato personalmente a sostenere potrebbero diventare consiglieri e, perché no, assessori.