Sembrava una storia a lieto fine, una storia di politica pulita che trova da sola gli anticorpi per rinnovarsi. Invece le cose sono andate diversamente. La saga degli impresentabili in Campania si arricchisce così di un nuovo capitolo: l’imputato che passa il testimone alla moglie. E’ la storia di Raffaele Sentiero, consigliere regionale uscente della Campania in quota Ncd (era stato eletto in Noi Sud). Sentiero è stato l’unico ad ammettere le sue responsabilità davanti agli inquirenti della Rimborsopoli dei fondi consiliari. Verbale del 12 febbraio 2013: “Ho certamente sbagliato, non ho applicato bene la procedura”.
Rispondendo alle domande del pm Giancarlo Novelli e dei finanzieri del nucleo tributario di Napoli, il consigliere ha confessato di essersi rivolto ad imprenditori amici per ottenere fatture fittizie per convegni e servizi mai svolti. Fatture poi portate a rimborso negli uffici di ragioneria del consiglio regionale. “Le ho pagate tramite assegno e l’imprenditore mi ha restituito in contanti l’importo stornato dell’Iva”. Sentiero è stato rinviato a giudizio per truffa e peculato. Il processo inizierà in autunno. Ha deciso di non ricandidarsi. Bene, bravo, un segnale di freschezza delle liste, nel rispetto della presunzione di innocenza del consigliere? O piuttosto una operazione di facciata, visto che la famiglia Sentiero è comunque presente in competizione?
In lista Ncd, infatti, è candidata Annarita Quartuccio, la moglie del consigliere uscente. E’ alla sua prima esperienza politica. Attingerà al serbatoio elettorale del marito, ex consigliere comunale di Torre Annunziata, un imprenditore che in passato è stato socio in un centro di medicina nucleare di Nazario Matachione, il “re delle farmacie” finito nelle maglie di una inchiesta dei pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock su controlli fiscali ammorbiditi e corruzione negli uffici farmaceutici della Regione Campania.
Molto diversa la vicenda di Carlo Longobardi, in lista con Forza Italia. Nei giorni scorsi ha accompagnato Alessandra Mussolini in un tour elettorale per Castellammare di Stabia terminato con un gesto di dubbio gusto: il deposito nell’aula consiliare intitolata a Falcone e Borsellino di un pezzo di bagno prelevato dalle Terme, vandalizzate da ignoti dopo il fallimento della struttura. Longobardi è un ex sindaco di Santa Maria la Carità condannato dalla Corte dei conti a risarcire il suo Comune per danno d’immagine ed erariale. L’importo complessivo è di circa 400mila euro, da dividere con un altro ex sindaco ed ex altri consiglieri comunali, tutti coinvolti in una vecchia inchiesta sulle tangenti pagate per la compravendita di un terreno e per i lavori dell’impianto fognario. La magistratura penale ha dichiarato prescritti i reati. Quella contabile è andata avanti. Fino alla condanna del candidato azzurro.