Società

Casetta Rossa, lo spazio sociale di Roma merita di essere messo in regola

Sventola il Jolly Roger in questi giorni a Casetta Rossa, lo spazio sociale di Garbatella, attivo dal 2001. Diversi i motivi che avvicinano da anni a questo luogo e che ancora e soprattutto oggi fanno stare dalla sua parte.

Il più importante? Casetta Rossa, con la creazione di una cooperativa, nel tempo in cui i contratti a tempo indeterminato sembrerebbero essere non più appannaggio comune dei più giovani o meno, ha creato ben 11 posti di lavoro a tempo indeterminato; da sottolineare l’impiego fisso di un cinquantenne, tra le fasce di età oggi più penalizzate nell’ambito del lavoro.

Casetta Rossa oggi è dunque uno spazio di emersione dal nero, che crea reddito, addirittura tempi indeterminati nell’epoca in cui, secondo l’Istat, l’Italia per la disoccupazione vede un rialzo dal 12,7% di febbraio al 13% di marzo e per i giovani si registra, invece, un aumento al 43,1% (dato peraltro che non registra, secondo l’Istat, quelli inattivi, che sarebbero il 75% della categoria).

La città ha bisogno di spazi così, dove si alternano incontri culturali, laboratori, gruppi di lettura, presentazioni di libri; di un spazio sociale come questo in cui un ristorante permette di tirar fuori gli stipendi per i dipendenti. Ad arricchire il posto anche un forno sociale con prodotti biologici e a km 0, il Gas più grande di Roma, e dove, tra le diverse attività, è attivo anche il bicibus e il pedibus.

Insomma, Casetta Rossa nel quartiere e fuori da esso è noto da anni per la sua forte identità, per aver riqualificato un posto dell’VIII Municipio che prima del 2001, non solo era abbandonato e fatiscente, ma non era neanche registrato al Catasto.

Cosa è accaduto in questo periodo? In una video intervista Alfredo, di Casetta Rossa, ci racconta tutta la storia di questo spazio a cui oggi verrebbe contestato “l’abuso di una finestra diventata una porta e di una porta che è diventata, invece, finestra”.

Un errore tecnico per cui il collettivo di Casetta Rossa si è mosso al fine di risolverlo ed essere a norma. “Vogliamo stare nella legalità” si è espresso Alfredo: eppure, nonostante le rassicurazioni di Comune e tecnici del Municipio che avrebbero chiarito che il tutto si poteva risolvere con una semplice sanatoria, quando Casetta si ‘autodenuncia’ pochi giorni dopo vigili e tecnici, con una celerità che stupisce, entrano nello stabile denunciando, in quel momento, la struttura per abuso edilizio. Con la successiva modifica del progetto della Spa e la richiesta della licenza di somministrazione, lo spazio viene multato di 3.300 euro e – sembrerebbe- minacciato di futuri sigilli al seguito.

Nessuno si abitua all’idea che negli ultimi tempi gli spazi che resistono sono quelli che vogliono essere messi all’angolo dalla burocrazia e chiusi ai cittadini che invece ne usufruiscono nel quotidiano.

“Per somministrare lo spazio dovrà fare le tessere”. Saranno tessere gratuite e così martedì 2 giugno, proprio durante la prossima assemblea, nello spazio sociale si terrà “la festa del tesseramento”, un tesseramento più o meno simbolico, che vuole essere, soprattutto il tesseramento a un’idea, quella di uno spazio come Casetta Rossa (e altri che verranno), che nel frattempo continuerà a chiedere di essere messa in regola.