Ancora due settimane per decidere sulla salvezza del Parma Calcio. Anche la quinta asta per trovare un nuovo acquirente è andata deserta e così il Tribunale di Parma ha concesso un’ultima chance alla società sportiva fallita lo scorso 19 marzo, fissando un nuova asta straordinaria il prossimo 9 giugno. Sarà quella la data fatidica per capire se il Parma Fc potrà proseguire o meno l’attività in serie B, dopo l’ultimo anno nero passato tra improbabili passaggi di presidenti, un’inchiesta per bancarotta fraudolenta che coinvolge l’ex numero uno Tommaso Ghirardi e l’arresto dell’ultimo patron Giampietro Manenti. Se entro le 12 del 9 giugno non arriveranno offerte vincolanti, sarà molto difficile infatti evitare la retrocessione nei dilettanti. Il giudice delegato Pietro Rogato ha prorogato l’esercizio provvisorio al 15 giugno proprio per consentire lo svolgimento di un’ulteriore procedura di vendita.

Finora per convincere nuovi possibili acquirenti non sono bastate cinque aste e un prezzo che dai 20 milioni iniziali fissati dal Tribunale si è abbassato a 6,32 milioni: nessuno, nonostante manifestazioni di interesse arrivate in via informale, in questo periodo ha bussato alla porta del notaio e dei curatori fallimentari con un’offerta vincolante in mano. Ma il 9 giugno, con un prezzo di vendita ribassato ulteriormente a 4,5 milioni di euro, potrebbe essere la data di svolta. È questa la speranza del capitano Alessandro Lucarelli che rappresenta il comitato dei creditori, e dei curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto, che in questi mesi hanno lavorato per ridurre il debito sportivo che all’atto del fallimento ammontava a oltre 74 milioni di euro. Sembra essere questo il punto cruciale della trattativa di compravendita della società. “Queste due settimane ci permetteranno di proseguire le trattative in corso e spero che anche i colleghi che non lo hanno ancora fatto si convincano a firmare il via libera per la riduzione del debito, abbiamo già visto che tirare la corda non serve a nulla – ha spiegato Lucarelli – spero che questa ultima asta andata deserta possa servire da monito, perché se nessuno si farà avanti anche nella prossima, per il Parma significherà sparire dal calcio”.

Se la compravendita del 9 giugno dovesse andare in porto, per il Parma Fc ci sarebbe ancora tempo per iscriversi al campionato di serie B. Ma la partita più importante per convincere le cordate di imprenditori che in questo periodo si sono fatte avanti e hanno mostrato interesse nell’operazione, è proprio quella del debito sportivo. “Gli imprenditori interessati ci sono, il problema è proprio quello di ridurre il debito sportivo” ha aggiunto Lucarelli. Finora la cifra è stata abbassata di oltre la metà, arrivando a meno di 30 milioni di euro, ma non tutti i giocatori hanno accettato di firmare la rinuncia a parte dei crediti pregressi. Se al 9 giugno la quota non dovesse abbassarsi e anche l’ultima asta dovesse andare deserta, l’unica possibilità, se il giudice delegato dovesse concederla, potrebbe essere quella di una trattativa privata con eventuali compratori entro il 15 giugno. Ma è una opzione che per ora non è stata presa in considerazione dai curatori.

Qualcuno interessato a diventare il nuovo proprietario di quello che rimane del Parma Fc però ci sarebbe. In città si parla di più gruppi di imprenditori provenienti da fuori i confini ducali. Nei giorni scorsi si era fatto il nome di Massimo Zanetti, che però ha smentito. Gli imprenditori locali invece sembrano essere più orientati a farsi carico del club solo in caso di retrocessione ai dilettanti. Un ultimo appello a salvare il Parma Fc è arrivato anche dal sindaco Federico Pizzarotti: “Il Parma Calcio è un valore aggiunto per l’intera comunità – ha detto – Mantenere la squadra nella divisione cadetta significherebbe tenere viva la speranza di poter portare in tempi brevi a Parma il calcio in serie A. Comunque vada, anche se dovessimo ripartire dalla serie D, il Comune resterà a fianco della società e della squadra al di là del titolo sportivo e del campionato che sarà chiamata a disputare”.

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