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Sterilità, in Italia quella di coppia è ormai un disagio sociale: arriva il piano nazionale

L’infertilità riguarda nel 40 per cento dei casi gli uomini, nel 40 per cento le donne, e nel 20 per cento entrambi. Nel 1970 nei maschi il numero degli spermatozoi era il doppio. E rispetto a 30 anni fa l’età media del concepimento si è alzata di dieci anni in ambo i sessi. A lanciare l'allarme è il ministero della salute: L’obiettivo non è invitare gli italiani a fare più figli – ha dichiarato il ministro Beatrice Lorenzin – ma informarli"

di Chiara Daina

In Italia la sterilità nella coppia è ormai un disagio sociale. Una su cinque non riesce ad avere figli in modo naturale. Solo vent’anni fa la percentuale era la metà. A lanciare l’allarme è il ministero della Salute, che oggi ha presentato il piano nazionale per la fertilità “Difendi la tua fertilità prepara una culla nel tuo futuro”. “L’obiettivo non è invitare gli italiani a fare più figli – ha dichiarato il ministro Beatrice Lorenzin – ma informarli su come proteggere la fertilità nelle fasi della vita, evitando comportamenti che possano metterla a rischio”. Come? Attraverso percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia, operatori sanitari e insegnanti. Aumentando i centri di oncofertilità, cioè quelli per la conservazione dei gameti nei pazienti oncologici. E lanciando una campagna di sensibilizzazione su internet e sui social network per arrivare ai più giovani. Il piano inoltre istituisce il Fertility day (una giornata nazionale dedicata alla fertilità) a partire dal 7 maggio 2016. L’infertilità riguarda nel 40 per cento dei casi gli uomini, nel 40 per cento le donne, e nel 20 per cento entrambi. Nel 1970 nei maschi il numero degli spermatozoi era il doppio. E rispetto a 30 anni fa l’età media del concepimento si è alzata di dieci anni in ambo i sessi. Tutti fattori che hanno provocato un crollo delle nascite: 64mila in meno tra il 2008 e il 2013 secondo l’Istat.

La fecondazione artificiale non è sempre la soluzione. “La medicina non può fare miracoli, può dare una mano, ma non funziona in tutti i casi – ha chiarito Eleonora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e procreazione medicalmente assistita del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, e presidente del tavolo di esperti che ha elaborato il piano -. Solo una donna su tre rimane incinta. Nelle over 40 il successo si abbassa, una ogni cinque. E una ogni dieci passati i 42 anni”. Il problema va risolto a monte, se possibile. A danneggiare la fertilità sono alcune patologie, spesso trascurate o di cui ci accorgiamo in ritardo. Prendiamo i maschi. “Nella pubertà – ha spiegato Andrea Lenzi, nuovo presidente della Società italiana di endocrinologia, tra i relatori di oggi – ci possono essere dei problemi di sviluppo dell’organo sessuale, per esempio le alterazioni che riguardano il pene, come fimosi o frenulo breve, le posizioni anomale del testicolo”. Anche l’obesità è un nemico, perchè causa un innalzamento della temperatura fisiologica dei testicoli peggiorando la qualità degli spermatozoi e dunque influenzando la fertilità dell’uomo. Il vizio della sigaretta in età avanzata è associato al rischio di disfunzione sessuale. E poi l’alcol, che riduce il livello di testosterene, con conseguente calo della libido e difficoltà di erezione. Stessa cosa per le sostanze stupefacenti. Passiamo alle donne. Nelle adolescienti, dai 10 ai 15 anni, sono soprattutto i disturbi alimentari responsabili di un’eventuale sterilità. Più tardi invece incidono i disturbi dell’ovulazione, l’ovaio policistico, fibromi, infezioni genitali.

Il sesso non protetto c’entra. Perchè durante il rapporto c’è il rischio di contrarre malattie che influenzano la fertilità. “I dati sono preoccupanti. È ritornata la sifilide, sono cresciuti i casi di gonorrea e papilloma virus” ha avvertito il ministro Lorenzin. L’Istituto superiore di sanità ha registrato tra il 1991 e il 2012 96.752 nuovi casi di infezioni sessualmente trasmesse (Ist). Le diagnosi di infezioni più comuni sono quelle da Clamydia trachomatis, soprattutto nei giovani tra i 15 e i 24 anni, da Trichomonas vaginalis e da Neisseria gonorrhoeae. Dal 2006 si è verificato anche un aumento delle segnalazioni di linfogranuloma venereo. E nel 2012 l’Hiv è risultato quasi 20 volte più frequente nelle persone con infezioni sessualmente trasmesse. “C’è tanta disinformazione – denunciano gli esperti interpellati dal ministero -. Il piano nazionale fertilità serve a sfatare falsi miti e conoscere più da vicino la nostra sessualità”.

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