“Bisogna bruciare vivi gli zingari. Rubano le grondaie, scippano le vecchiette, rubano portafogli, non ne possiamo più. L’unica soluzione è la pulizia etnica, Hitler”. È un residente di Barriera di Milano, periferia nord di Torino, quello che invoca “l’intervento del gerarca nazista”. La furia dei residenti viene cavalcata a turno da vari movimenti e partiti politici, ieri è stato il turno di Forza Nuova, ma di qui sono già passati Lega Nord e Casa Pound, è stata innescata la scorsa settimana. Il canile municipale, che si trova a ridosso di un grande campo nomadi (dove lo stato di degrado è assoluto, “certificato” anche dai topi che scorrazzano tra le baracche), è stato vandalizzato. I rom, senza prove, sono stati additati come responsabili di quanto avvenuto. “Chi è stato deve finire in galera – spiega una delle mediatrici culturali che lavora nel campo -, ma non va bruciato tutto il popolo, non ci sono prove”. La manifestazione di ieri si è svolta pacificamente, ma la paura è che si possa ripetere quanto avvenuto alla Continassa (anche in quel caso periferia nord di Torino) nel dicembre 2011, quando un campo rom venne dato alle fiamme durante una manifestazione. Le pesanti accuse, di violenza sessuale, che scatenarono l’ira dei residenti contro il campo, furono smentite dalla stessa accusatrice che dopo il raid confessò “solo una bugia”. Sulle ceneri del campo rom della Continassa ora la Juventus sta costruendo un complesso sportivo dotato di appartamenti di lusso e di un centro commerciale di Cosimo Caridi
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