I due gruppi delle telecomunicazioni collaboreranno con F2i e il Fondo strategico italiano nella realizzazione dell'infrastruttura nazionale in fibra ottica. Il piano per lo sviluppo digitale va quindi avanti attraverso una società “condominio” con forte componente azionaria pubblica. Il progetto è aperto ad altri operatori e Telecom potrebbe ancora rientrare nella partita. La settimana prossima il decreto con gli incentivi agli investimenti
Cassa Depositi e Prestiti entra nella fase operativa del piano banda larga. Il Fondo strategico italiano, controllato dalla Cdp, ha siglato una lettera d’intenti con Vodafone, Wind e F2i finalizzata a creare la nuova infrastruttura di telecomunicazioni che porterà la fibra a casa degli italiani. Il documento è un vero e proprio piano industriale per Metroweb, controllata da F2i e da Cdp, attorno a cui ruoterà il progetto di investimento nella rete, e rappresenta quindi un importante passo in avanti per lo sviluppo digitale del Paese. L’aspetto più rilevante dell’accordo è però senza dubbio il coinvolgimento di Fsi che esprime chiaramente la volontà di andare avanti con il piano per la banda ultralarga attraverso una società “condominio” di operatori con una forte componente azionaria pubblica. Finora, infatti, la partita si era concentrata sui tentativi dei grandi operatori di conquistare Metroweb, per la quale Vodafone aveva presentato una manifestazione di interesse e Telecom era stata a lungo in trattative. L’intesa siglata da Fsi, F2i, Vodafone e Wind non è tuttavia ancora vincolante. Le quattro società si sono date tempo due mesi per trasformare i termini della lettera d’intenti in propositi obbligatori.
Inoltre il progetto, si legge nella nota congiunta, “è aperto ad altri operatori e investitori che condividano l’obiettivo di costruire un’infrastruttura nazionale della fibra secondo le linee e modalità identificate nel piano Banda Ultra Larga approvato dal governo”. E i sottoscrittori “sono altresì disponibili a collaborazioni e attività sinergiche con istituzioni o altre imprese, utili ad assicurare la più ampia e rapida realizzazione del progetto”. Non è escluso, dunque, che Telecom possa decidere di partecipare. Sempre che l’ex monopolista sia disposto a fare marcia indietro rispetto alla volontà di mantenere il monopolio sull’infrastruttura.
La strada non è del tutto sbarrata, anche perché in questo momento molti fattori stanno cambiando. L’azionariato del gruppo guidato da Marco Patuano, che nel frattempo ha avviato con Fastweb la sperimentazione di un adsl “velocizzato” che sarà comunque meno performante della fibra, è in fase di riassetto: la Vivendi di Vincent Bollorè che nelle prossime settimane diventerà il primo azionista con l’8,3% subentrando agli spagnoli di Telefonica. Mentre il presidente di Cdp Franco Bassanini, grande oppositore del piano di Telecom per acquisire la maggioranza di Metroweb, è dato in uscita l’anno prossimo.
L’intesa tra i quattro operatori è stata resa nota venerdì, il giorno dopo l’annuncio da parte del sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli che il decreto Comunicazioni, che conterrà i dettagli sui 6,2 miliardi di incentivi pubblici agli investimenti nella rete, è pronto e andrà in consiglio dei ministri la prossima settimana.