Ha venduto 3 milioni di dischi suonando con la stessa intensità Mozart e musica rock riorchestrata, e nelle sue esecuzioni dal vivo non è difficile riconoscere una rilettura di “Smooth Criminal” di Michael Jackson dopo una pagina per orchestra e violino di Bela Bartòk. Il suo portamento rock’n’roll si unisce a una tecnica spietata e a un’interpretazione filologica e brillante
Muovere folle e sollecitare curiosità suonando soltanto un violino non è una capacità alla portata di tutti in epoca contemporanea, anche se si indossano t-shirt e skinny jeans. Ma quando si parla di David Garrett, talento spregiudicato dell’archetto, ogni esibizione si preannuncia sempre affollata come il concerto di una rockstar. Per gli amanti della musica classica e dei “cross-over” meno accademici, il violinista tedesco-statunitense arriva sabato 30 maggio a Milano per un concerto gratuito in Piazza Duomo. Ad accompagnarlo nella sua esibizione ci sarà la Filarmonica della Scala diretta dal Maestro Riccardo Chailly.
Non è raro vedere Garrett ai suoi concerti mentre tiene nella stessa mano uno Stradivari e un anello con un teschio. Ha venduto 3 milioni di dischi suonando con la stessa intensità Mozart e musica rock riorchestrata, e nelle sue esecuzioni dal vivo non è difficile riconoscere una rilettura di “Smooth Criminal” di Michael Jackson dopo una pagina per orchestra e violino di Bela Bartòk. Mescola sacro e profano ed è letteralmente idolatrato dalle donne, ma il suo portamento rock’n’roll non deve distrarre dalla sostanza: ha una tecnica spietata e un’interpretazione filologica e brillante tanto dei classici quanto dei “moderni”.
La sua biografia da enfant prodige e di predestinato lo accomuna ad alcuni interpreti e compositori dei secoli scorsi. Figlio di un avvocato tedesco e di una ballerina statunitense, David impara a suonare il violino a quattro anni, diventando così abile da vincere, l’anno seguente, una competizione regionale. A sette anni teneva già un concerto a settimana, mentre a quindici stipulava un accordo con la Deutsche Grammophon. Nel suo percorso ci sono anche accademie prestigiose, come il Royal College of Music di Londra e la Juilliard School di New York City, dove si è diplomato sotto la direzione di Itzhak Perlman. Una carriera folgorante, non senza “sacrifici”: a Manhattan si manteneva, anni fa, facendo il modello. Ma le sue esperienze extramusicali non si fermano qui, infatti di recente ha anche vestito i panni di Niccolò Paganini nella pellicola “Il violinista del diavolo”.
E in Piazza Duomo suonerà il “Capriccio n. 24”, oltre alla celeberrima Ouverture dal “Guglielmo Tell” di Rossini. Dagli amanti ‘a tempo pieno’ della musica classica è senz’altro attesa l’esecuzione del “Concerto n. 1 in sol min. op. 26 per violino e orchestra”, opera composta da Max Bruch e dedicata a József Joachim, uno dei più importanti violinisti di metà Ottocento, come pure è attesa l’apertura della serata affidata alle note dell’ “Overture Accademica” scritta da Brahms, una stesura orchestrale del noto “Gaudemus Igitur”, l’Inno universitario internazionale. Il violino di Garret suonerà inoltre “Czardas” di Vittorio Monti, brano ispirato all’omonima danza popolare ungherese, e l’Ouverture da “I vespri siciliani” di Verdi. Per chi non potrà essere a Milano, il concerto sarà trasmesso anche in diretta su Rai5.