LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET - 2/5
di Jean-Pierre Jeunet – Francia 2013, dur. 105 – Con Helena Bonham Carter, Judy Davis
La conquista del west (e dell’est) di Jean-Pierre Jeunet è un iconico, fanciullesco, personalissimo pop up. Il biondino decenne portato per la scienza T.S.Pivet fugge solitario dal ranch del Montana dove vive con papà cowboy, mamma entomologa, sorella narcisa e un fratellino ucciso da un “casuale” colpo di fucile, per arrivare a Washington D.c. dove, dopo essersi spacciato al telefono per un adulto, cercherà di ritirare il premio per una sua scoperta scientifica: la macchina del moto perpetuo. Scrittura forse meno rutilante del solito, compensata però dal marchio di fabbrica dei momenti malinconici ed elencativi del protagonista, Jeunet rinuncia un po’ alle sue classiche accelerazioni di ritmo e agli angoli di ripresa deformanti per seguire il fluire placido di un ferroviario on the road contemplato con occhi di bimbo che altri non è che un’intima e dolorosa elaborazione del lutto orchestrata su una partitura di violini country riecheggianti la fisarmonica di Yann Tiersen in Amelie. Al crocevia di senso del film, in una sorta di rispecchiamento poetico e autobiografico, la stravagante creatività di T.S. si sposa artigianalmente all’innovatività scientificità. Battuta esemplare del bambino di fronte ai grattacieli di Chicago: “Perché gli uomini che hanno comportamenti così contorti e irrazionali, creano così tanti angoli retti?”. Con un buffo cane parlante in scena che si chiama Tapioca, e il cameo storico di Domenique Pinon. 4/5