THE TRIBE - 3/5
di Myroslav Slaboshpytskkiy – Ucraina/Ola 2014, dur. 130 – Con Grigoriy Fesenko, Yana Novikova
Tornare ai tempi del muto, o quasi. The Tribe è un film recitato con la lingua dei segni, quella usata dai sordomuti, a cui si aggiungono solo rumori d’ambiente registrati in presa diretta. Non ci sono sottotitoli, voce over ad aiutare la comprensione, e nemmeno commento musicale. La sfida percettiva del film di Slaboshpytskkiy si basa su un plot ruvido e realistico dove Sergey, il ragazzo protagonista, arriva in un collegio di sordomuti ucraino e viene subito sottoposto a vessazioni, ricatti e punizioni dai coetanei veterani che lo trasformeranno presto in uno di loro fino a quando si innamorerà di una delle due ragazze dell’istituto, costretta a prostituirsi dai compagni e che sembra destinata a finire in Italia, e si ribellerà. Ad accompagnare l’exploit del suono, The Tribe è suddiviso in una quarantina di piani sequenza con m.d.p. estremamente dinamica, primi piani banditi e alcuni indovinati dettagli fuori vista che alleggeriscono la crudezza e il cinismo di una tranche de vie tardoadolescenziale che non risparmia in verosimiglianza (le sequenze di sesso e dell’aborto lasciano un segno indelebile). Il tutto è comunque attutito dalla gestualità ovattata e sincopata dei protagonisti e da scene d’insieme che tra risse e bastonate paiono evocare le coreografie di un arcaico musical hollywoodiano anni ‘50. Stranissima creatura The Tribe, assolutamente da sperimentare su grande schermo. 3/5