Moda e Stile

Louis Vuitton, la maison in mostra a Roma: dall’iconico baule all’ultima collezione P/E

Fino al 7 giugno a Palazzo Ruspoli lo storico marchio si racconta: un’intera stanza è dedicata al celebre simbolo “LV”, che campeggia in un’installazione rossa a sei dimensioni. Il logo, sui bauli prima e sulle borse poi, ha regalato a Louis Vuitton un’identità riconoscibile in tutto il mondo

di Ludovica Liuni

Ogni storia inizia con un viaggio. Quello di Louis Vuitton parte più di 160 anni fa e, dopo aver fatto il giro del globo, è a Roma in questi giorni l’esposizione “Exhibition – Series2”. Fino al 7 giugno, Palazzo Ruspoli fa da cornice a questo tuffo nella memoria e nel futuro della maison francese. Il punto di partenza è appunto “Series2”, la collezione Primavera/Estate 2015 che Nicolas Ghesquière, direttore artistico della maison, ha presentato lo scorso ottobre nella fondazione Louis Vuitton. Una stanza per ogni fase della sfilata: si parte dal backstage, rappresentato da un intenso affresco fotografico di Jean-Paul Goude che immortala gli attimi frenetici del dietro le quinte, per arrivare a “Infinite show”, una sala di proiezione fatta di specchi in cui si riflette l’intero fashion show. Le 48 modelle sfilano negli abiti realizzati da Nicolas Ghesquière; il rosso è il filo conduttore dell’intera collezione, dove si alternano pizzi bon ton e scarpe in pelle di anguilla. Ma il designer francese, da quasi due anni alla guida del marchio, ci tiene a rievocare gli antichi fasti del passato.

E il ritorno alle origini è segnato dall’iconico baule, figlio di quell’amore per il viaggio che nel 1854 spinse Louis Vuitton a dar vita a questo brand. Un baule che si apre nella stanza “Magic trunk” e che svela tutti i segreti di questo secolo e mezzo di storia. Nato per facilitare i ricchi signori nei loro lunghi viaggi in giro per il mondo, è poi diventato simbolo indiscusso della casa di moda francese. Palazzo Ruspoli ospita anche l’esemplare appartenuto a Greta Garbo, che risale al 1926, in cui l’attrice custodiva gelosamente le sue scarpe. Ghesquière ha voluto dedicare ampio spazio anche al celebre logo della maison, aspetto a volte tralasciato dai suoi predecessori. Per questo il designer ha dedicato un’intera stanza al celebre simbolo “LV”, che campeggia in un’installazione rossa a sei dimensioni. Il logo, sui bauli prima e sulle borse poi, ha regalato a Louis Vuitton un’identità riconoscibile in tutto il mondo.

Un’intera sezione della mostra è dedicata proprio agli accessori della maison. Questa volta a indossarli sono degli avatar stampati in 3D della modella Marta Mei van Haaster. Al suo braccio borse e pochette della nuova collezione, d’altronde, come ha ricordato lo stesso Ghesquière “gli accessori hanno le stesse intenzioni e gli stessi obiettivi degli abiti”. Ma Louis Vuitton deve parte del suo successo a tutte le celebrities che nel corso degli anni sono state testimonial volontarie e involontarie di questa storia francese. Da Catherine Deneuve a Twiggy, passando per Michelle Williams e Laetitia Casta. Per questo era giusto omaggiarle tutte attraverso video e foto che ricordassero il loro legame con il brand. Per questa Primavera/Estate, però, Ghesquière ha voluto fare qualcosa in più. Ha chiesto a Annie Leibovitz, Juergen Teller e Bruce Weber di immortalare l’intera collezione. Protagoniste degli scatti l’attrice Jennifer Connelly e la modella danese Freja Beha. Il risultato è una “Poster room” che farebbe invidia a qualsiasi teenager.

 

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