Tra personaggi discussi, trasformisti e il proliferare di liste civiche, l’Umbria si prepara alle elezioni regionali del 31 maggio. Sono 8 i candidati alla carica di governatore della Regione, ma lo scontro con tutta probabilità sarà tra la presidente uscente di centrosinistra Catiuscia Marini e il candidato di centrodestra Claudio Ricci, sindaco di Assisi. Il risultato non è scontato. In entrambi gli schieramenti è ancora nitido il ricordo dell’8 giugno 2014, quando a sorpresa il giovane avvocato di Forza Italia Andrea Romizi divenne sindaco di Perugia, strappando dopo 70 anni la città alla sinistra. Per questa ragione a sostenere i candidati sono arrivati prima Matteo Salvini, poi Silvio Berlusconi e infine Matteo Renzi. Terzo incomodo della partita è il giornalista Andrea Liberati, del Movimento 5 stelle, noto per essere stato nel 2008 tra i volontari nella campagna elettorale di Barack Obama.

La coalizione di centrosinistra si presenta compatta. La faida tra i giovani renziani e la vecchia guardia bersaniana che aveva caratterizzato le elezioni amministrative del 2014 sembra superata. Nella lista dei democratici coesistono in armonia la candidata alla presidenza Catiuscia Marini, ex esponente dei Giovani Turchi, che non si può definire renziana, ma neanche ostile al nuovo corso, e il capolista Giacomo Leonelli, 35 anni, segretario regionale in Umbria, sostenitore di Renzi sin dalla prima Leopolda del 2012. Per queste tornata elettorale sono tornati insieme Pd, Sel e Socialisti. Rispetto al 2010 però oltre all’IdV, manca l’appoggio della sinistra ex Rifondazione Comunista che, con una lista ispirata a Tsipras, presenta un suo candidato presidente, il 34enne Michele Vecchietti.

A sostenere la candidatura di Catiuscia Marini c’è invece Civica e popolare, creata dagli ex Udc Enrico Sebastiani e Maurizio Ronconi, che del partito di Casini è stato anche coordinatore regionale. In questa lista è candidato l’ex di Fi Maurizio Hanke; Gaetano Mollo (ex Fare per fermare il declino) e l’ex calciatore del Perugia Massimo Roscini, meglio noto come “Chiodo”, oggi allenatore della primavera biancorossa. “Non è una lista Beautiful”, ha dovuto precisare la Marini.

Nel centrosinistra però non manca qualche grana. Una di queste è l’esclusione dalle liste del “non renziano” Andrea Cernicchi, già assessore alla Cultura nell’ultima giunta di centrosinistra a Perugia, nonostante la disponibilità dichiarata a partecipare alle elezioni, dimostrata con la raccolta di oltre 3500 firme su Perugia. A pesare ci sono anche le ombre di uno scandalo che hanno coinvolto la predecessora della Marini, l’ex governatrice del Pd Maria Rita Lorenzetti, condannata per falso in un’inchiesta sulla sanità, insieme all’ex assessore alla sanità Maurizio Rosi e all’ex direttore generale alla sanità Paolo Di Loreto.

In Umbria a fare notizia alla vigilia del voto è stato il centrodestra che qui – come non succede in nessun’altra regione – corre unito. Il sindaco di Assisi Ricci ha condotto un tour elettorale prima in minibus, poi in Panda e quindi in jeep e con la sua impronta “francescana” è riuscito nell’impresa di mettere insieme una coalizione con sei liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord e tre civiche con alcuni esponenti di Ncd. Non sono mancate tensioni, come quelle suscitate dalla mancata candidatura da parte di Fi del consigliere uscente Rocco Valentino, fittiano. Nel partito era quello con il maggior numero di preferenze che adesso porterà con sé a Fratelli d’Italia, che l’ha accolto e candidato. Nella stessa lista è passato anche un altro consigliere, Gianluca Cirignoni, fuoriuscito nel settembre 2014 dalla Lega Nord, con cui era stato eletto e di cui era capogruppo regionale, definendolo “un partito lombardo, incoerente e schizofrenico”, nel quale non si riconosceva più. Sempre in tema di passaggi di casacca, in una lista civica a sostegno di Ricci, si nota il nome di Fabrizio Palazzari, ex vicesindaco di Gubbio eletto con Rifondazione.

In un’altra lista civica della coalizione del sindaco di Assisi, invece, a proposito di gaffeur, c’è Giancarlo Carocci, noto perché nel 2011, quando era consigliere provinciale di Perugia, suggerì di legalizzare l’eutanasia indiscriminata dei cani. “Cambi casa e non vuoi problemi col trasloco? – aveva spiegato il consigliere in un’intervista all’emittente Umbria Tv – A quel punto sarebbe giusto prevedere la possibilità di sopprimere il cane in modo legale”. L’Ente nazionale protezione animali minacciò di denunciarlo per istigazione a delinquere e il caso finì sul tavolo dell’allora ministro Michela Brambilla, finché il consigliere decise di scusarsi con una lettera.

Tra gli altri 4 candidati al governo della Regione c’è Simone Di Stefano, leader di Casapound, sostenuto dalla lista “Sovranità”, che con Matteo Salvini ha condiviso il palco della manifestazione leghista a Roma. In Umbria però l’unione verde-nera non si è concretizzata, perché la Lega umbra, ha più volte spiegato Di Stefano, “si è messa dentro il carrozzone democristiano di centrodestra”. Il leader neofascista era apparso sulle cronache nazionali nel dicembre 2013, quando nel pieno della cosiddetta “protesta dei forconi”, durante il blitz nella sede romana dell’Ue, aveva cercato di sostituire la bandiera europea con un tricolore. Gesto costatogli una condanna a tre mesi di carcere e al pagamento di una multa di 100 euro.

Sempre a destra corre Fulvio Carlo Maiorca, candidato 77enne di Forza Nuova. Giudice di pace, avvocato, consigliere provinciale dell’Msi, poi dentro An e Fiamma Tricolore, già in corsa per la poltrona di governatore nel 2000, al primo punto del suo programma ha una legge per il sostegno alle famiglie tradizionali e contro l’aborto. I suoi valori – tiene a precisare – sono “Dio, patria e famiglia”.

Per l’estrema sinistra è infine candidato l’insegnante di storia Aurelio Fabiani, 59 anni, sostenuto dal Partito comunista dei lavoratori. Il suo è l’unico simbolo della competizione dove si trovano ancora la falce e martello. Di ispirazione radicale è invece la lista civica Alternativa riformista, che vede come candidato il veterinario italoamericano Amato John De Paulis. Tra i punti del suo programma ci sono la liberalizzazione della prostituzione e della cannabis, ma anche “una no fly-zone sull’Umbria” per impedire – sostiene – la dispersione delle “scie chimiche inquinanti”.

Twitter @gabriprinc

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