Scrittrice, traduttrice e tra le fondatrici del movimento dei “Girotondi per la democrazia” negli anni delle contestazioni al governo di Silvio Berlusconi. Se n’è andata a causa di un incidente stradale Silvia Bonucci, nata a Monza nel 1964 e da qualche giorno in Toscana dove viveva la madre. Giovedì 28 maggio intorno alle 13.30 a Piombino, una macchina ha sorpassato un pullman e centrato un altro veicolo alla cui guida c’era Bonucci: la scrittrice è morta sul colpo.
Prima una laurea all’università Sorbona di Parigi e poi una specializzazione in traduzione all’École Supérieure d’Interprètes et de Traducteurs, aveva trascorso parte della sua vita in Francia prima di trasferirsi a Roma nel 1988. Proprio come traduttrice ha lavorato al fianco del regista Nanni Moretti (compare anche nel film “Aprile” dove interpreta se stessa).
Nel 2003 il primo romanzo “Voci d’un tempo” (premio Regium Julii e premio Zerilli Marimò): Bonucci ha descritto con un diario di dettagli, parole ed emozioni, la vita di una famiglia ebrea a Trieste nel periodo che va dai primi del Novecento fino al Ventennio fascista. “Gli ultimi figli” è invece la seconda opera, pubblicata nel 2006, che racconta la storia di una famiglia di coloni in Maremma. Infine nel 2011 ha pubblicato “Distanza di fuga“, testo che cerca con la leggerezza della trentenne Zoe di affrontare il tema degli anni di piombo in Italia.
Silvia Bonucci è stata anche tra le fondatrici del movimento “Girotondi per la democrazia” che nel 2002 contestò il governo Berlusconi. “Silvia era fresca”, la ricorda sul Manifesto Pancho Pardi, “vivace, libera, indipendente. Ma anche affettuosa e altruista. Era di sinistra, ma fuori dagli schemi. Ascoltava con attenzione, ma senza soggezione: capace di ribattere con energia anche le opinioni di chi riteneva più dotato di lei nell’agire politico. Poteva essere sorprendente, ma l’imprevedibilità non era mai accompagnata dalla presunzione”.
Triste après la mort accidentelle (et stupide) de Silvia Bonucci, traductrice de Nanni Moretti depuis 20 ans, auteur de Retours à Trieste.
— Aurélien Ferenczi (@aurelferenczi) May 29, 2015