“Conosco bene Vincenzo De Luca e vedere il suo nome accostato all’Antimafia è in totale contraddizione con il suo impegno e con la sua storia che sono stati sempre rivolti al servizio esclusivo della comunità”. E’ ancora una volta Roberto Speranza, ex capogruppo Pd alla Camera, a gettare un ponte tra le anime del Partito democratico. Proprio quanto la tempesta si era fatta più aspra, il deputato che ha lasciato la sua carica poche settimane fa in polemica con la decisione di Matteo Renzi di mettere la fiducia sull’Italicum, sceglie di spezzare una lancia in difesa di De Luca. Bersaniano ed esponente della minoranza Pd, è sempre stato il mediatore nello scontro tra fazioni democratiche: capogruppo finché si è rifiutato di inghiottire il rospo di troppo, ha sempre difeso una pax diplomatica con il segretario. E adesso, torna a difendere la “ditta”.

Il candidato governatore in Campania è stato dichiarato impresentabile nelle scorse ore dalla commissione Antimafia e da quel momento lo scontro nel Pd è tornato ai livelli di pericolo scissione. I renziani tutti schierati in difesa dell’ex sindaco di Salerno, il capro espiatorio è diventata la presidente Rosy Bindi. E se Alfredo D’Attorre, l’ex Pd Pippo Civati e lo stesso Pierluigi Bersani hanno difeso la collega “che avrebbe semplicemente applicato le regole”, Speranza ha scelto di stare con i fedelissimi del segretario.

A poche ore dal voto per le Regionali e le Amministrative, la tensione è tutta in casa Pd. I retroscena raccontano di un presidente del Consiglio su tutte le furie, per quello che ha letto come “un puro e semplice regolamento di conti”. “Così si strumentalizza l’Antimafia, Bindi e De Luca se la vedranno in tribunale”, ha detto nel comizio finale ad Ancona. E poi ai suoi: “Questa mossa può consegnare la Campania ai Cesaro e ai Cosentino. Ce lo meritiamo Berlusconi! Rischiamo di far vincere la regione a quelli a cui abbiamo dovuto commissariare la sanità casertana. Ma la Bindi e quelli che la difendono se ne rendono conto?”.

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