[…] una specie di maledizione si era abbattuta su di lei. Niente interventi di manutenzione e restauro, nessun intervento sufficientemente deciso per acquistarla e renderla disponibile ad un uso pubblico, niente spazi di verde, arte e storia restituiti alla cittadinanza, niente di niente. Solo degrado, abbandono, sporcizia, lenta e inesorabile spoliazione dei suoi tesori. Da una parte gli interessi speculativi… dall’altra, chi doveva tutelarla e rappresentarne gli interessi pubblici […]
Dopo numerosi passaggi di proprietà e ripetuti tentativi di lottizzazione, nel 1997, la Luiss, l’università di Confindustria, l’ha comprata all’asta, per 6 miliardi e mezzo di vecchie lire e, nel dicembre 2012, ha avviato i lavori. Il progetto prevede la realizzazione di una business school. Così un bene comune si trasformava in proprietà privata. Quasi completamente al servizio di studenti e professori. Già, perché dei 47mila mq. acquistati dall’ateneo privato, al municipio erano riservati soltanto 4mila mq.
Una scelta scriteriata. Peraltro in contraddizione con la destinazione “Parchi pubblici” prevista dal Prg per la zona. Proprio appellandosi a questa contraddizione sono ricorsi al Tar sia Italia Nostra che il Comitato Villa Blanc, nato nel 2001 con lo scopo di salvaguardare, valorizzare e recuperare al pubblico lo splendido complesso della fine dell’Ottocento sottoposto a vari vincoli paesaggistico-ambientali sin dal 1922 e tuttora inaccessibile ai cittadini. Ricorso bocciato nel novembre 2013. Perché? Ma perché nel novembre 2011 il Comune aveva rilasciato una regolare autorizzazione a costruire.
Il pericolo che Villa Blanc da caso romano si trasformi in modello sembra davvero reale. In un recente incontro organizzato dal Comitato Villa Blanc, Paolo Berdini, ragionando sulla questione ha ribadito come la villa sia un Patrimonio del Municipio, della città e proprio per questo non può essere alienata alla fruizione.
Certo è che i rumori dei lavori all’interno del Parco sembrano amplificare i silenzi del Mibact. Il movimento della gru che incombe sull’immobile storico l’immobilismo di sindaco e assessore alla trasformazione urbana.