Il premier dal palco del Festival di Trento: "Il linguaggio dell’economia futura non sarà il tedesco, ma l’italiano e il francese". Il lavoro "si difende difendendo il lavoratore, non l'articolo 18, e si crea alla Fiat di Melfi e non nei salotti tv. Marchionne? Va ringraziato"
“A settembre quando avremo finito di fare le riforme” l’Italia in Europa ricomincerà “con determinazione che non immaginate” una battaglia contro l’austerity. Così il premier Matteo Renzi, al Festival Economia di Trento, ha rilanciato l’idea che Roma deve essere in prima fila nel proporre alla Ue un’agenda incentrata sulla flessibilità e le politiche per la crescita. Programma identico a quello delineato lo scorso luglio all’avvio del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue. Durante quei sei mesi il presidente del Consiglio non ha proprio fatto la voce grossa, ma ha perlomeno ottenuto che i Paesi membri abbiano maggiori margini di manovra sui conti pubblici se si impegnano a portare avanti riforme strutturali.
La novità però non è sufficiente, secondo il leader Pd. “Il cambio di clima in Europa per me non basta, perché se l’Italia continua il suo percorso di riforme, noi in Europa abbiamo tutto l’interesse a creare una discussione vera. Non dirò che andiamo a far casino, ma si avvicina”, ha promesso durante il colloquio sul palco con il premier francese Manuel Valls. “L’Europa deve investire sulla crescita e invertire la direzione di marcia, lo faremo con una determinazione che non immaginate neanche”. “Sono assolutamente certo”, ha assicurato poi, “che il linguaggio dell’economia futura non sarà il tedesco, ma l’italiano e il francese“. Infatti “se diamo dell’Europa un’immagine basata sulla burocrazia e l’austerità, forniamo il miglior assist a chi dice che va distrutta”.
Sul fronte del lavoro, dopo il duro scontro con Cgil, Cisl e Uil sul tema del sindacato unico Renzi ha sostenuto che “è il dogma più radicale della sinistra dogmatica”, nel senso che “si pensava di difendere il lavoro difendendo l’articolo 18” mentre “per me si difende difendendo il lavoratore” e “si crea alla Fiat di Melfi”, che il premier ha visitato giovedì disertando l’assemblea di Confindustria, “non nei salotti televisivi. Bisogna non aver paura di chi crea posti di lavoro, non si può attaccare Marchionne perché sta antipatico, ma ringraziarlo perché crea posti di lavoro. Questa è la sinistra europea”.