“L’unica ipotesi che abbiamo fatto è che Domenico possa aver avuto un problema neurologico e che in stato confusionale abbia scambiato la porta d’uscita della camera con quella del bagno che era di fianco”. A dirlo è un compagno di classe di Domenico Maurantonio, il liceale morto in gita scolastica cadendo dal quinto piano di un hotel a Milano. Lui e un altro ragazzo hanno deciso di parlare con Il Mattino di Padova. “Questa è solo un’ipotesi”, continuano i due ragazzi, che dicono di non sapere “cosa sia successo davvero quella notte”.
I due amici del 19enne padovano si difendono: “Non è vero che siamo omertosi”. La madre e il padre di Domenico si erano stupiti del fatto che nessuno dei compagni del figlio avesse parlato. E’ impossibile, secondo loro, che nessuno abbia visto niente. Un ragazzo poi, aveva parlato il 26 maggio. E le sue frasi suonavano come una risposta alle parole dei genitori: “Non l’abbiamo tradito, era uno di noi”.
Adesso intervengono due giovani del Nievo che sostengono di aver deciso di parlare “per i genitori di Domenico e soprattutto per lui, perché non passi per ciò che non è”. Quello che è successo la sera del 10 maggio è un mistero anche per loro, ma di una cosa si dicono sicuri: “In camera nostra non c’è stato alcun festino. Eravamo tutti molto stanchi. Svegli dalle 5.30 del mattino precedente, avevamo affrontato il viaggio, camminato tutto il giorno sotto al sole all’Expo“, spiegano. “Nessuno era ubriaco. Abbiamo bevuto in cinque una bottiglia di liquore alla prugna“.
Ricordano poi gli argomenti di cui avevano parlato prima che Domenico morisse: “Discutevamo di scuola, dei professori, delle ragazze della classe, delle nostre fidanzate. Scherzavamo, facevamo battute, e Domenico con noi. Era sereno, come sempre”. Verso le 3.20 raccontano di essere scesi nella hall: “Abbiamo preso un po’ d’aria e Domenico ci ha fatto la famosa foto”.
L’immagine è stata scattata dal padovano agli amici, lui non compare nello scatto che ha poi inviato su whatsapp: “È stato quello l’ultimo messaggio di Domenico e l’ha mandato alle 3.30. Ci siamo addormentati alle 5.30 e Domenico era a letto”. Alle 6.30 un compagno di stanza si sveglia e, non trovando il 19enne “ha pensato fosse in bagno”. Alle 7.30 poi si alza tutta la classe: “Abbiamo visto che Domenico non era a letto e che aveva lasciato sul comodino occhiali, portafoglio e telefono. Siamo scesi e abbiamo iniziato a chiedere se l’avessero visto, poi è arrivata la polizia”.
Domenico Maurantonio è morto il 10 maggio a Milano, mentre era in gita scolastica con la sua classe per vedere Expo. Una volta esclusa l’ipotesi dell’incidente, per gli investigatori l’idea più probabile è rimasta a lungo quella dello scherzo finito male. Si era parlato di un lassativo versato per goliardia in un bicchiere di birra del giovane. I risultati delle prime analisi ematiche tuttavia, hanno escluso la presenza della sostanza nel sangue.