Presunti brogli elettorali, due identificati dalle forze dell’ordine a Ercolano (Napoli), dove i seggi sono aperti anche per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. L’accusa è di compravendita di voti. Due persone sono state identificate al seggio di via Cuparella mentre cercavano di acquistare il consenso di due elettori a 20 euro a testa. Secondo il sito retenews24.it, i fermati sarebbero due rappresentanti di lista. La denuncia sarebbe partita da un attivista del M5S.
Ercolano è arrivata all’appuntamento elettorale attraversata da fortissime tensioni politiche e giudiziarie. Il Pd è spaccato in due. Da una parte il candidato ufficiale scelto da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi in persona, il giovane avvocato Ciro Buonajuto. Dall’altra l’ “eretico” Antonio Liberti, sostenuto dalle liste di Area Popolare, Noi Sud, Democrazia Cristiana e Libertas, Partecipazione e Democrazia e Progetto Ercolano. Il candidato dei Cinque Stelle è Gennaro Cozzolino, mentre Fratelli d’Italia sostiene Gennaro Miranda. Dante Iovino è il candidato di Forza Italia.
Liberti era il candidato Pd indicato da una forte maggioranza degli iscritti dem prima del commissariamento del circolo cittadino. Commissariamento deciso dopo cinque mesi trascorsi tra liti e polemiche: un tesseramento lievitato a oltre 1300 iscritti con forti dubbi di inquinamento camorristico, primarie indette e sconvocate più volte, due fascicoli della Procura di Napoli che hanno seminato inquietudine nei democratici. Il primo, pm Pierpaolo Filippelli, riguarda la natura del tesseramento e la presenza sospetta di familiari dei boss dei clan Birra e Iacomino nell’elenco dei nomi trasmesso alla federazione napoletana Pd (quasi 50 poi sono stati cancellati d’imperio). Il secondo, pm Carrano e Brunetti, contesta al sindaco Pd uscente Vincenzo Strazzullo, al suo vice Antonello Cozzolino e ad altri politici, tecnici e imprenditori, un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nelle procedure di aggiudicazione ed esecuzione di alcuni appalti, tra cui la nuova caserma dei carabinieri e i rifacimenti di Corso Resina e via Pugliano.
Per quest’inchiesta Strazzullo e Cozzolino si sono ritirati dalla corsa delle primarie, che alla fine sono state annullate. Secondo un articolo di Conchita Sannino su Repubblica, l’inchiesta sugli appalti avrebbe scoperto l’esistenza di un piano per inquinare le primarie controllandone militarmente il voto spontaneo: in una pescheria di Ercolano si sarebbero raccolti gli spiccioli da due euro da distribuire agli elettori per indurli a votare.
A Sorrento invece un signore di 83 anni è stato denunciato dalla polizia perché colto a fotografare la scheda elettorale dove aveva espresso la preferenza.