Riavvolgendo il nastro “rosa” del 98° Giro D’Italia, appena concluso, si parte dalla coda. Durante l’ultima passerella, la Torino-Milano, spicca proprio il “nastro rosa” sul manubrio delle bici degli uomini Tinkoff, che fa pendant con la maglia del loro leader Alberto Contador. Lo spagnolo ha vinto “da solo” hanno detto, senza squadra mentre la squadra più forte, l’Astana, ha vinto 5 tappe, occupato due terzi del podio ma sul gradino più alto c’è salito lui. Il Trofeo Senza Fine è di Contador per la seconda volta (sarebbe la terza con quello del 2011) e sembra sia certamente l’ultimo di un grande campione che ha già dato il suo addio al Giro. Al suo fianco un raggiante Fabio Aru, maglia bianca del miglior giovane ma già maturo per scalare presto anche quell’ultimo gradino, poi Mikel Landa che da mezzo gregario di Aru si è arrampicato fin lassù e pensa già a cosa potrà fare da capitano in futuro.
La Tinkoff effettivamente è stata al fianco del suo capitano solo finché la strada non saliva, la “solitudine” non ha spaventato Alberto che per due settimane ha superato Gpm, si è difeso, ha attaccato pedalando come “una libellula in prato”. Con leggerezza e intelligenza nel trovare accordi e “compagni” in avversari come Hesjedal, Kruijswijk, Trofimov. Solo i grandi sanno trovare accordi in corsa, anche senza parlare, e Alberto Contador un grande lo è, anche e forse più nel momento della crisi sul Colle delle Finestre dove è rimasto davvero solo. Ha “gestito” la difficoltà senza perdere la calma e forte del vantaggio accumulato nelle tappe precedenti. La sua vittoria non è stata più quella del dominatore assoluto, ma quella di chi ha saputo centellinare le forze facendo finta di “concedere” le vittorie di tappa, raggranellando anche abbuoni sui traguardi volanti e attaccando l’Astana, vittima di una caduta, guadagnando tempo, alla luce del vantaggio finale, fondamentale. In cuor suo era consapevole di non essere al massimo?
Contador vince il Giro senza conquistare una tappa (era già successo nel 2008) ma porta a casa il primo obiettivo di una stagione ambiziosa che punta adesso al Tour de France. Alberto dovrà staccare la spina, la sofferenza si è vista tutta in quegli ultimi 30 chilometri verso Sestriere e questa piccola ombra ha rianimato le speranze degli avversari che lo attendono al Tour (Nibali, Froome, Quintana). Chiudere senza una pecca sarebbe stato il biglietto da visita migliore per presentarsi in Francia ma non dimentichiamoci che Contador era pronto al ritiro dopo la caduta di Castiglion della Pescaia e ha giocato molto sulle condizioni della sua spalla. E’ furbo Alberto e ha già vinto delle corse a tappe sfruttando più la testa delle gambe. Dopo il podio di Milano le sue gambe potranno riposare, c’è tempo fino al 4 luglio per raggiungere la testa, che è già al Tour.