La comunità cinese di Prato conta circa 17mila iscritti all’anagrafe, ma alcune stime parlano di 40mila cinesi insediati in quella che è la seconda comunità per importanza in Italia. Nel cuore della chinatown però, le elezioni regionali non sembrano al centro dell’attenzione. “I cinesi vanno poco a votare, la maggioranza non si interessa alla politica”, spiega un ragazzo. Che aggiunge: “La maggior parte non ha la cittadinanza, perché una volta ottenuta è molto più complicato tornare in Cina“. Ai seggi elettorali confermano la tendenza: “Cinesi iscritti nei nostri registri? Pochissimi. A votare non è ancora venuto nessuno”. Tra i pochissimi che si sono a recati alle urne invece, una signora che spiega come la comunità cinese si confronta sul voto in Italia: “Con una chat come il vostro WhatsApp ci diciamo chi votare”. In piazza Mercatale, nel centro della città, i responsabili del “seggio simbolico” per i migranti, spiegano: “Se ci fosse il voto alle amministrative per le persone residenti da oltre cinque anni, questo farebbe la differenza. E’ così che si apre verso l’integrazione” di Max Brod
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