Duro attacco di Marco Di Lello, deputato campano del Psi e sostenitore di Vincenzo De Luca (Pd), contro la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. Di Lello, componente della commissione parlamentare, ha accusato: “La presidente Bindi con quella lista degli impresentabili ha gestito tutto con assoluta autonomia, con un fallo da dietro, uno di quelli da cartellino rosso perché non consentono repliche. Lei ha provato a metterci fuori gioco, minando anche la credibilità della commissione”. E ha aggiunto: “I cittadini hanno capito che era una manovra di delegittimazione rivolta innanzitutto contro Renzi e poi contro De Luca. La reazione degli elettori è stata uguale e contraria. Io faccio fatica ad accettare l’idea che la presidente di una commissione così importante ne metta in discussione l’autorevolezza per fini politici. Però, certo, tutte le modalità di gestione, dall’assoluta segretezza fino al colpo di teatro all’ultimo momento, sono indizi che lasciano pensare a male“. Di Lello ha poi citato Giulio Andreotti: “Lui diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. La Bindi dovrebbe conoscere bene Andreotti, visto che a lui deve innanzitutto le sue prime fortune politiche“. Mentana congeda con imbarazzo Di Lello, il giornalista de Il Corriere della Sera Tommaso Labate smentisce il legame tra Andreotti e la Bindi. Quest’ultima risponderà poi al supporter di De Luca con un tweet, dal suo nuovo account ufficiale: “Di Lello sarà chiamato a rispondere delle parole volgari, false e diffamatorie che ha usato nei miei confronti #antimafia“. Nel finale, il commento è riservato al direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez, che precisa: “Quel codice di autoregolamentazione etico è stato firmato da tutti, anche dal Pd” di Gisella Ruccia
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