Secondo i ricercatori dell’università americana del North Carolina è stato necessario un altro codice genetico, più primitivo del nostro Dna, per fare in modo che quasi quattro miliardi di anni fa le molecole molto semplici riuscissero a dare origine al primo organismo cellulare composto da poche centinaia di geni e "vissuto" 3,6 miliardi di anni fa
Chi siamo, da dove veniamo, chi erano i nostri “antenati”. Domande che hanno da sempre impegnate le menti di filosofi e scienziati. Adesso una prima risposta a questi quesiti c’è. Secondo i ricercatori dell’università americana del North Carolina, i biochimici Richard Wolfenden e Charles Carter, è stato necessario un altro codice genetico, più primitivo del nostro Dna, per fare in modo che quasi quattro miliardi di anni fa le molecole molto semplici del brodo primordiale riuscissero a dare origine a Luca (Last Universal Common Ancestor), ossia il primo organismo cellulare composto da poche centinaia di geni e “vissuto” 3,6 miliardi di anni fa, l’antenato comune a tutti i viventi della Terra.
L’esistenza di un codice genetico più primitivo, che ha permesso alle molecole più semplici di combinarsi per dare vita ad un essere complesso, emerge da due esperimenti descritti sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.
I ricercatori di tutto il mondo non hanno dubbi sul fatto che il nostro progenitore comune, Luca, avesse gli elementi che hanno tutti i viventi, ossia un programma genetico in grado di replicarsi e di fabbricare le proteine. Da Luca in poi non ci sono dubbi su come la vita si sia evoluta verso una complessità sempre maggiore. La cosa difficile è, invece, capire come è nato Luca. Quello che finora i ricercatori si sono trovati davanti è stato, finora, un “deserto di conoscenza”.
Il punto di partenza per capir che cosa possa essere accaduto è stata l’analisi delle proprietà fisiche di 20 mattoni della vita (amminoacidi), che ha portato alla scoperta di un codice genetico precedente. Grazie a questo codice primitivo le molecole più semplici e l’Rna hanno cominciato a combinarsi, fino a dare origine al primo essere unicellulare. “Il fatto che il codice genetico si sia sviluppato in due fasi successive, la prima delle quali relativamente semplice, potrebbe essere un motivo per cui la vita ha potuto comparire in un’epoca in cui la Terra era relativamente giovane”.
Finora l’Rna era considerato il protagonista indiscusso dell’origine della vita, ma i due esperimenti propongono adesso uno scenario nuovo, nel quale la vita sulla Terra è stata il risultato una sorta di gioco di quadra, un ‘dialogo’ finora insospettato fra l’Rna e le molecole semplici presenti nel brodo primordiale.