Francesco Gioffrè è consigliere uscente nel Comune della Brianza. Il candidato berlusconiano ammise di conoscere due presunti boss e di averli "aiutati per una pratica in Comune". Il drammatico racconto di un pestaggio per un debito non pagato
Tempo di elezioni. In Lombardia si vota in diversi Comuni. Anche a Seregno, Brianza ricca, operosa e terra di ’ndrangheta. Qui, boss e comprimari fanno affari e intrecciano relazioni con la Pubblica amministrazione. Capita, naturalmente, anche il contrario. Politica e ’ndrangheta in vista del voto. Con la benedizione di Silvio Berlusconi che domani sarà proprio a Seregno per tirare la volata al candidato di Forza Italia, nella cui lista compare un politico che ha avuto più di qualche rapporto con i clan.
Ecco, allora, i fatti. Giacinto Mariani, casacca leghista è sindaco uscente e ricandidato. Contro lui ci prova Forza Italia che in lista, al quinto posto, mette il consigliere uscente Francesco Gioffrè. Il nome di Gioffrè compare in uno dei filoni successivi all’inchiesta Infinito. Si tratta dell’indagine Ulisse del 2012. Al vaglio il solito carnet di reati: associazione mafiosa, armi, estorsioni. Copione lombardo dentro al quale cresce la storia del fratello di Francesco. Roberto Gioffrè fa l’imprenditore e si butta nella gestione di un locale notturno. Si tratta del Casinò Royal Texas Holden di Paina di Giussano. Gioffrè entra e dall’ex proprietario rileva dei crediti da esigere. Chi deve pagare non tira fuori i soldi. E glielo fa capire in modo brusco. Gioffrè parla con Rocco Cristello, ritenuto affiliato alla “locale” di Mariano Comense.
Cristello prende le parti del debitore. Esordisce con Gioffrè: “Tu sei un pezzo di merda”. Tradotto: il debito non s’ha da pagare. Gioffrè mette a verbale e racconta di una violenta aggressione subita. “Alla mia opposizione verbale fui aggredito a calci e pugni da quasi tutti i commensali”. Alla scena assiste anche il fratello Francesco il quale, sentito a verbale, “ha tentato in ogni modo di minimizzare la portata dei fatti giungendo quasi a prendere le difese dei Cristello sino al punto di dirsi estremamente stupito nell’apprendere la notizia del loro arresto del luglio del 2010”. Da qui il ragionamento fatto dal giudice di Milano nell’ordinanza dell’operazione Ulisse.
“Con riferimento all’episodio del 29 ottobre 2009 inoltre, le sue dichiarazioni sono in netto contrasto con quelle del fratello Roberto, in quanto egli pur ammettendo la circostanza dell’incontro, nega recisamente che vi sia stato da parte dei protagonisti dello stesso alcun ricorso a metodi violenti”. Da qui la definizione di “fratello opaco e voce fuori dal coro”, il quale va oltre è afferma di “conoscere i fratelli Rocco e Francesco Cristello”. Non solo, svela di averli aiutati “per una pratica presso il Comune nel quale egli stesso è consigliere comunale”. Da qui la valutazione della sua condotta “vicina alla connivenza”. Francesco Gioffrè non è mai stato indagato. Oggi si ricandida, nonostante quell’imbarazzante ammissione di conoscenza, e lo fa sotto l’ala protettrice addirittura di Silvio Berlusconi.
E del resto l’ombra di qualche frequentazione discutibile si allunga sullo stesso sindaco uscente, anche lui mai nemmeno sfiorato da indagini. Nel 2014, infatti, Mariani per la sua candidatura alle Europee gira una parte del suo spot elettorale nella panetteria di Antonino Tripodi, il quale nell’inchiesta Infinito viene inserito dai pm all’interno della “locale” di Desio. Indagato per associazione mafiosa, sarà condannato, invece, per reati minori. Il nome di Tripodi (solo citato e non indagato) compare anche nell’ultima inchiesta della Squadra mobile sul boss Giuseppe Pensabene. Davanti a un tale inciampo politico, il sindaco Mariani, intervistato da un giornalista, risponde: “La famiglia Tripodi è una famiglia di Seregno come tutte le altre”.
Da Il Fatto Quotidiano del 24 maggio 2015