La compagnia di riassicurazione statunitense PartnerRe ha convocato per il 24 luglio l’assemblea degli azionisti chiamata a decidere sulla fusione con Axis Capital, confermando al tempo stesso il rifiuto della proposta di acquisizione presentata dalla Exor. Questo nonostante la holding della famiglia Agnelli abbia rilanciato rispetto all’offerta iniziale, aumentando la posta da 6,4 a 6,8 miliardi, cioè 137,5 dollari per azione. Il consiglio del gruppo scrive, in un documento inviato alla Sec (l’omologo Usa della Consob), che il progetto di fusione messo sul piatto dalla holding torinese “non è accettabile a livello di prezzi e condizioni” e che il piano di integrazione con Axis “crea un maggior valore per tutti gli azionisti”.
La presentazione, riferisce una nota del gruppo, “dimostra chiaramente che l’offerta di Exor per la società è opportunistica e inaccettabile per prezzi e condizioni”. Secondo il cda del gruppo riassicurativo con sede alle Bermuda, l’operazione delineata dalla società presieduta da John Elkann sottovaluterebbe PartnerRe e sarebbe “inferiore”, presentando inoltre “significativi rischi strutturali – tra cui la chiusura, i tempi, e le condizioni”. Al contrario la fusione con Axis “crea valore immediato e futuro” e “ha un senso strategico in un contesto caratterizzato da un settore in evoluzione”, che presenta “continui consolidamenti e nuove forme di riassicurazione e di assicurazione del capitale, che creano opportunità per sopportare meglio la volatilità ciclica”.
Jean-Paul Montupet, presidente di PartnerRe, spiega che “la posizione del nostro consiglio è chiara: siamo fortemente concentrati su un’azione nel migliore interesse dei nostri azionisti e come tali raccomandiamo vivamente a che i nostri soci sostengano la proposta della avvincente transazione concordata tra PartnerRe e Axis Capital”. Secondo Montupet “anche se Exor continua a utilizzare una retorica forte i fatti sono imparziali e dicono che la loro offerta è opportunista e riflette un prezzo inaccettabile abbinato a un rischio significativo”.
Venerdì Elkann ha ribadito comunque che non intende mollare e l’offerta, che comporta un indebitamento di oltre 4 miliardi, resta in campo. “Nessun piano B, perché è nettamente migliore” rispetto a quella di Axis, ha detto il presidente di Fiat Chrysler Automobiles.