“E’ stato commesso un errore perché alcune zone del mar Morto che sono territorio palestinese occupato, sono state attribuite a ‘Israele’”. Così il responsabile del padiglione della Palestina a Expo 2015, Hani Gaber commenta ai microfoni de ilfattoquotidiano.it la mostra fotografica posta al centro del cluster delle zone aride, uno dei nove spazi comuni pensati da Expo per i Paesi che non potevano permettersi di investire nella costruzione di un proprio padiglione. All’interno della mostra fotografica, sono contenute alcune fotografie delle coste del Mar Morto: le didascalie poste sotto a queste gigantografie, a due passi dal padiglione della Palestina, hanno rischiato di provocare un incidente diplomatico. La costa che si affaccia sul Mar Morto è infatti una delle zone contese tra Israele e Autorità palestinese: “Quello ripreso nelle fotografie è territorio occupato, non lo dico io, ma lo dice l’Onu. Ci hanno promesso che saranno presto sostituite – spiega Hani Gaber – intanto le abbiamo coperte perché alcune zone del Mar Morto sono territorio palestinese occupato, quindi non dovevano scrivere ‘Israele’”. Così, per coprire le parole ‘Israele’ e ‘costa israeliana’ sono state incollate delle etichette adesive. Gaber lamenta anche un posto infelice per il padiglione della Palestina: “La collocazione non ci piace, dovevamo essere nel cluster del Mediterraneo, qui c’è poco visibilità per noi”  di Francesca Martelli e Alessandro Porcari

 

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Expo 2015, i dati del primo mese: 2,7 milioni di visitatori, 15 milioni di biglietti venduti

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