“Per me inizia il difficile, perché il triplo dei voti significa il triplo di responsabilità”, ma “io voglio andare a vincere a livello nazionale, non mi interessa partecipare”. E ancora: “GRAZIEEEEE! Felice e orgoglioso, al Lavoro per mantenere gli impegni, crescere e vincere! Renzi, stiamo arrivando”. E poi l’annuncio in conferenza stampa: “Io leader, Berlusconi sa leggere i numeri”. Le parole di Matteo Salvini nella mattina post-elettorale fanno il paio con la festa notturna. A Radio Padania sembra di essere al carnevale di Rio. Il clima è da festa scudetto. E probabilmente il risultato della Lega dopo la cura Salvini ha proprio il sapore di una vittoria a punteggio pieno. La Lega Nord è stata promossa alla prova dalle urne. Tiene nel suo territorio storico e sfonda al centro. Nonostante i lanci di uova e pomodori, nonostante le proteste che hanno accompagnato ogni uscita pubblica del leader leghista durante le ultime settimane di campagna elettorale, l’avanzata del Carroccio non è stata fermata.

In Veneto non c’è mai stata partita e Luca Zaia ha doppiato la sfidante dem Alessandra Moretti garantendosi un risultato superiore alle più rosee aspettative. Un risultato che ha permesso di archiviare anche la questione Tosi, arginato in quarta posizione, un soffio dietro a Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle. Il commento a caldo di Luca Zaia, affidato alle frequenze di Radio Padania a notte inoltrata è tutto teso a ribadire la valenza politica della vittoria: “Durante tutta la campagna abbiamo trovato piazze piene e tanto calore da parte della gente. Il Veneto è la madre di tutte le battaglie, per noi e per il centro sinistra… qui è venuto due volte il presidente del consiglio Renzi con tutto il governo. Vincere o perdere il Veneto significava vincere o perdere politicamente. Questa è una vittoria politica tutta nostra”. E Salvini, sempre in collegamento con Radio Padania, ci ha messo il carico da novanta: “Alla faccia di chi ha scelto la poltrona al posto dell’ideale. Adesso la poltrona se la infilano dove dico io”.

In Liguria, Salvini vola oltre il 20% trascinando la coalizione alla vittoria (nonostante la magra performance di Forza Italia, al 12,69%). Ma anche dove la coalizione non ha vinto il dato leghista è impressionante, soprattutto se paragonato alle performance storiche nelle regioni del centro Italia, dove non aveva mai attecchito. In Toscana, dove il candidato del Carroccio Claudio Borghi è arrivato secondo con il 20%, la Lega è al 16,19%. Un dato storico, soprattutto se paragonato ai risultati del passato. Alle regionali del 2010 la Lega Toscana era arrivata al 6,48% con 98mila voti. Oggi di voti ne ha raccolti più del doppio: 212mila. Una affermazione senza precedenti, basti pensare che alle europee del 2014, in tutto il centro Italia, il partito di Salvini aveva potuto contare su un totale di 122 mila voti (2,15%). Come in Toscana, anche nelle Marche non c’è mai stata partita, ma anche qui la Lega, che sosteneva il candidato Francesco Acquaroli, ha portato a casa un risultato insperato, attestandosi al 13,2%. Nella vicina Umbria è stato addirittura sfiorato il colpaccio e nella notte c’è stato un momento in cui sembrava che il centrodestra sarebbe riuscito a portare a casa una delle roccaforti rosse. Il partito di Salvini qui  ha sfiorato il 14% (era il 4,34% nel 2010), passando da 17mila a 49mila voti.

Per il commissario del Carroccio per l’Umbria Stefano Candiani, nonostante la vittoria sfumata di un soffio, il risultato resta di portata storica: “Certo, vincere avrebbe avuto un altro sapore. Ma ci siamo. Anche qui, dove sembrava impossibile esserci”. Le ragioni di questo successo, secondo Candiani, sono da ascrivere alla presenza sul territorio e alla capacità di ascoltare la gente: “Se dai alla gente delle risposte di normalità e riporti l’attenzione su problemi reali il risultato deve arrivare per forza. In questi mesi abbiamo visto le piazze piene da cui traspariva la voglia di cambiamento. La gente è stufa di equilibrismi alla Renzi, con gestioni del territorio che non fatico a definire ‘mafiose’, con privilegi a chi ha la tessera giusta in tasca. Per noi questo risultato è un traguardo, ci sono tante persone che meritano di essere rappresentate”. Rispetto al passato dunque qualcosa è cambiato in Umbria e parlare di alternanza non è più un tabù: “I partiti di centrodestra qui hanno sempre fatto opposizione di sottobanco, senza incisività. Da parte della gente c’è stanchezza, voglia di rottura e alternativa. Per noi l’opposizione non ha significato se non serve per dare una alternativa, cosa che invece noi stiamo interpretando e anche in Umbria metteremo in moto la ruspa democratica della Lega”.

Gran parte del merito di questa vittoria viene messo in conto al segretario leghista Matteo Salvini. Durante la campagna elettorale ha macinato migliaia di chilometri, viaggiando da nord a sud, riempiendo ovunque le piazze di sostenitori e contestatori. È nelle piazze che ha scandito le sue parole d’ordine, è nelle piazze che ha solleticato la pancia della gente: “I dati di Toscana, Umbria e Marche sono eclatanti. C’è di che essere felici e orgogliosi – ha detto a radio Padania, a notte fonda – è una responsabilità in più, perché avere preso tantissimi voti anche in zone che fino a ieri non erano particolarmente generose con la Lega, è una responsabilità in più di rispetto, concretezza, fiducia e speranza” poi il leader del Carroccio ha puntualizzato che il prossimo raduno di Pontida (in programma per il 21 giugno) “assume un’importanza diversa rispetto a quelle degli altri anni”. E probabilmente è proprio da quel palco che Salvini lancerà la sua sfida diretta a Renzi, prendendosi ufficialmente la guida del centrodestra.

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