Come al solito hanno vinto tutti. Singolare che questo accada proprio nell’elezione in cui invece hanno perso tutti, discorso Lega a parte. Festeggiare davanti alla fuga dei propri elettori è indice dello sviluppato senso di realtà di questi politicanti.
Per comprendere ciò basta guardare regione per regione i dati delle ultime elezioni europee (2014), per non parlare poi delle ultime nazionali con cui il confronto sarebbe impietoso. Una debacle.
Il M5S in un anno ha perso nelle sole sette regioni in cui si è votato un milione di voti. Il Pd ha fatto di molto peggio, con la differenza che era reduce alle europee da un successo senza precedenti, mentre i 5S erano già reduci da una batosta tale da fargli ingerire notevoli quantità di maalox. Malgrado ciò l’arretramento è continuato, sono andati ancora più giù rispetto le nazionali nonostante abbiano invaso talk show e canali di news 24h selezionando i loro migliori deputati-marketing (e contravvenendo allo stesso codice di comportamento da loro firmato). Perché quindi i giornali titolano M5S in forte crescita e i loro dirigenti stappano spumante?
La situazione politica era eccellente, quasi un rigore a porta vuota, eppure… in Campania hanno perso più di 150.000 voti di lista, in Puglia poco meno. In Liguria sono spariti “solo” 81.470 voti. In Veneto sono passati dai 476.305 voti delle europee ai 189.407 con un delta negativo di 286.898 elettori, tutti a favore della Lega. In Toscana invece oltre 100.000 e anche lì parrebbe a favore della Lega.
Siamo quindi sicuri che il problema fosse la comunicazione, ovvero Grillo sul palco sotto la pioggia contrapposto a un Di Maio in giacca e cravatta in tv?
I loro problemi sono più profondi e legati all’ambivalenza e costante strumentalità del loro messaggio. Questa mancanza di una linea economica e sociale chiara (non bastano le proposte spot, peraltro nel più delle volte mal scritte) fa sì che molti elettori non diano fiducia a questi bei volti pescati dalla “rete” e catapultati in un secondo alle massime cariche politiche. Nel programma elettorale del 2013 non scrissero una riga sull’immigrazione. Credete fosse un caso?
Se vogliono “diventare grandi” dovranno scegliere da che parte stare. Intendo culturalmente, non “partiticamente”.
Podemos a livello di valori economici e sociali si è collocata a sinistra, pur rinnovandola e ripensandola nelle pratiche politiche. 5s che farà?
Ad oggi il loro aspetto è opportunisticamente bipolare e l’elettorato, meno stupido di quello che si crede, glielo sta facendo pagare.