Armi e finti esplosivi passati sotto i metal detector degli aeroporti Usa 67 volte su 70 prove. L’indagine segreta fatta dall’Amministrazione dei trasporti Usa (Transportation Security Administration – Tsa) rivelata in esclusiva dalla Abc News ha scatenato la polemica sulla sicurezza dei principali scali aeroportuali statunitensi. Decine di agenti in borghese sono riusciti a eludere i controlli nonostante si fossero presentati con finti esplosivi e addirittura armi nel 95% dei casi. I test della Tsa sono stati effettuati dai membri della Squadra Rossa della Homeland Security (il ministero per la Sicurezza interna) che hanno messo alla prova le misure di sicurezza e anti-terrorismo presenti all’interno dei maggiori aeroporti Usa. In seguito alle falle emerse, il segretario della Sicurezza interna Jeh Johnson, primo afroamericano nella storia a ricoprire il delicatissimo incarico da dicembre 2013, ha deciso di destituire Melvin Carraway, il capo dell’organismo che dovrebbe garantire la sicurezza degli hub americani. Al suo posto è stato nominato temporaneamente Mark Hatfield. Sempre riguardo alla sicurezza interna, da lunedì è stato bloccato il rinnovo delle sezioni del Patriot Act riguardanti i programmi di intercettazione della National Security Agency che non potrà più effettuare la raccolta automatica dei dati di miliardi di telefonate degli americani.
Alla luce di questi risultati, Jeh Johnson ha ordinato quindi un immediato rafforzamento dei controlli negli aeroporti. Lo spettro dell’11 settembre spaventa ancora gli americani e per l’amministrazione democratica, che ha già perso la maggioranza alla Camera e mantiene una risicata supremazia al Senato, questa indagine rischia di far perdere consenso sul tema della sicurezza interna.