Nel più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider, sono iniziate le collisioni a 13 Teraelettronvolt. Potrebbero dare informazioni anche sulla materia oscura. Il direttore Fabiola Gianotti: "Passo storico, possibile grazie a contributo italiano"
Prima il Bosone, poi l’antimateria, ora la materia oscura. Al Cern di Ginevra sono cominciate le prime collisioni di particelle a un’energia mai raggiunta prima: 13 TeV (Teraelettronvolt), che corrispondono a 13.000 miliardi di elettronvolt. Questa è una vera e propria rivoluzione nel mondo della fisica. Diventa infatti possibile osservare un mondo di fenomeni completamente nuovi, che fino ad ora la scienza non era in grado di descrivere, in particolare la composizione della “materia oscura“. Proprio la caccia alla materia oscura è il primo e più importante obiettivo degli scienziati del Cern che quest’anno festeggia i 60 anni di attività.
Nel più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) sono iniziate in mattinata “le operazioni per allineare i fasci di particelle e ottenere le prime collisioni” ha detto Fabiola Gianotti. Il direttore designato del Cern ha poi commentato le prime collisioni avvenute dicendo che si tratta di “un passo storico per la fisica e la tecnologia”. “Un passo – ha aggiunto – reso possibile anche dall’importante contributo dell’Italia”. Entusiasta anche il direttore generale del Cern, Rolf Heuer secondo cui è stato raggiunto “un risultato fantastico. Adesso – ha spiegato rivolgendosi ai ricercatori – non dobbiamo avere fretta: i risultati non arriveranno domani, né fra una settimana, ma sicuramente arriveranno e saranno straordinari”.
Gianotti nella mattinata del 3 giugno aveva brevemente spiegato in che cosa consiste l’operazione del Cern: c’è una fase preparatoria “nella quale i fasci di particelle vengono iniettati nella macchina, quindi portati ad un’alta energia fino a ottenere le collisioni (che sono adesso in corso ndr)”. Quando i fasci di particelle sono perfettamente allineati e pronti per le collisioni, queste ultime forniranno dati capaci di aprire la porta sulla cosiddetta ‘nuova fisica’, cioè su fenomeni che le attuali teorie non sono ancora in grado di spiegare, come, ad esempio, la composizione della materia oscura, ovvero la materia invisibile e misteriosa che occupa circa il 25% dell’universo.
Tre anni fa proprio gli scienziati del Cern avevano provato l’esistenza del Bosone di Higgs. Scoperta confermata poco meno di un anno dopo. A questo successo si deve aggiungere un altro importante risultato comunicato nel gennaio del 2014 la produzione e l’intrappolamento di un fascio di antimateria.