Notizie positive anche dall'Ocse: "Dopo una lunga recessione, l'economia italiana ha cominciato la sua graduale ripresa" ha scritto l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha mantenuto la stima di crescita del Pil a +0,6% per il 2015 e ritoccato al rialzo di 0,2 punti rispetto a marzo quella per il 2016, a +1,5%. Renzi: "vanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuona"
Istat e Ocse, disoccupazione e ripresa economica. E un unico comune denominatore: buone notizie per l’Italia e il governo Renzi. Che subito affida a Twitter la propria soddisfazione: “Avanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuona”. Compiacimento supportato dai numeri. Su di oltre mezzo punto percentuale gli occupati e giù, seppur di poco, il tasso di disoccupazione. Anche tra i giovani. Il tutto riferito al mese di aprile. Sono dati incoraggianti quelli diffusi dall’Istat, secondo cui nel quarto mese del 2015 il tasso di disoccupazione è sceso di 0,2 punti al 12,4% dopo l’incremento registrato negli ultimi due mesi. L’istituto di statistica ha spiegato che i disoccupati sono diminuiti dell’1,2% (-40.000 a 3.161.000). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Dopo il calo degli ultimi due mesi, inoltre, ad aprile 2015 gli occupati sono aumentati dello 0,7% (+159 mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli di fine 2012. Il tasso di occupazione è salito di 0,4 punti percentuali a 56,1%. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2% (+261 mila occupati) e il tasso di occupazione di 0,7 punti.
Un trend positivo specie se paragonato a quanto avvenuto nei primi mesi del 2014. La disoccupazione nel primo trimestre 2015 è scesa al 13% (-0,6 punti percentuali sul I trimestre 2014) con il primo calo dal terzo trimestre 2011. A sentire l’Istat (si tratta di dati non destagionalizzati) la riduzione riguarda soprattutto il Sud (-1,2 punti). I disoccupati sono diminuiti di 145mila unità rispetto al primo trimestre 2014 (-4,2%). Nel primo trimestre 2015, poi, continua a crescere il numero di occupati su base annua (+133 mila unità, +0,6%). L’aumento riguarda tutte le ripartizioni territoriali. Da gennaio sono in vigore sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato mentre a marzo è entrato in vigore il contratto a tutele crescenti. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è diminuito ad aprile di 1,6 punti rispetto a marzo attestandosi al 40,9%. L’istituto di statistica, infine, ha rilevato invece un aumento di 0,3 punti nella media febbraio aprile su novembre-gennaio. I giovani occupati sono del 4,1% su aprile 2014 (+37.000 unità) mentre sono calati i disoccupati (-5,5%).
Ocse: “Economia italiana ha ricominciato a riprendersi”
Dopo i dati positivi diramati dall’Istat, anche l’Ocse fornisce notizie e previsioni ottimistiche. “Dopo una lunga recessione, l’economia italiana ha cominciato la sua graduale ripresa” ha scritto l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha mantenuto la stima di crescita del Pil a +0,6% per il 2015 e ritoccato al rialzo di 0,2 punti rispetto a marzo quella per il 2016, a +1,5%. “Le esportazioni continueranno a supportare la crescita, ma la ripresa si amplierà ai consumi privati. L’investimento privato stagnante sarà compensato da un aumento della spesa pubblica in infrastrutture” ha spiegato ancora l’Ocse nel suo Economic Outlook, sottolineando che “la rosa di fattori che supportano la crescita dell’Italia è la più propizia da diversi anni”.
Una previsione supportata anche dai numeri. Nel 2014 “il calo della crescita economica ha considerevolmente rallentato”, e questo “trend positivo” è stato confermato dai dati sul primo trimestre 2015, che rilevano un aumento del Pil dello 0,3% “l’incremento trimestrale maggiore degli ultimi quattro anni”. Ciò non significa, tuttavia, che per il Paese siano definitivamente finiti i tempi difficili. L’Italia resta però “vulnerabile” a un possibile nuovo “terremoto finanziario nell’area euro”, e “una crescita economica inferiore alle attese nei principali partner commerciali potrebbe rallentare l’export”. La crescita, al contrario, potrebbe invece essere superiore alle stime se “il rimbalzo degli investimenti fosse più forte del previsto, specialmente se i prezzi delle proprietà residenziali invertissero il loro corso e il sistema bancario si rafforzasse”. Ocse e Istat, inoltre, sono d’accordo per quanto riguarda i dati sulla disoccupazione. Il ritorno alla crescita in Italia “porterà a un calo del tasso di disoccupazione, che rimarrà però ancora elevato” ha fatto sapere l’organizzazione, prevedendo un tasso stabile al 12,7% nel 2015, e in calo al 12,1% nel 2016.
Ocse: “Bene Jobs Act e rimborsi pensioni ininfluenti su ripresa”
Parole importanti, infine, anche per quanto riguarda l’operato del governo, visto che per l’Ocse “il ‘Jobs act‘ ha il potenziale per migliorare drasticamente il mercato del lavoro”, “riducendo le dualità e garantendo sussidi universali alla disoccupazione, aumentando così la condivisione dei rischi e migliorando notevolmente la rete delle garanzie sociali”. In tal senso il tasso di crescita dell’occupazione è tornato “positivo dopo un lungo periodo di calo” e “il miglioramento delle prospettive di crescita sta iniziando a incoraggiare i lavoratori a tornare nel mercato del lavoro”. Nonostante questo, si aggiunge, “il tasso di disoccupazione resta elevato”. Non solo. Anche la bocciatura della indicizzazione delle pensioni decisa dalla Consulta non avrà effetti negativi sulle casse dello stato. “I rimborsi sulle pensioni legati alla recente decisione della Corte costituzionale sulla riforma del 2011 non avranno impatto sul deficit di bilancio previsto, perché i rimborsi saranno progressivi” ha scritto l’Ocse nel suo Economic outlook. Non solo. L’organizzazione ha dato inoltre parere positivo sulla riforma della legge elettorale, “che dovrebbe portare a governi più stabili e ridurre l’incertezza politica”, ma ha sollecitato l’Italia a “fare di più per chiudere il ‘gender gap‘ e incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, rafforzando la fornitura di cure di qualità a bambini e anziani, cosa che aumenterebbe la disponibilità di forza lavoro e ridurrebbe la diseguaglianza tra generi”.
L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha anche sottolineato che l’inflazione resterà “moderata” nei prossimi anni, a causa di un “ampio e persistente slack economico“, ovvero di un ampio bacino di risorse umane e in capitale non utilizzate. Tutto ciò è tradotto in una stima dell’inflazione allo 0,2% nel 2015, stabile rispetto al 2014, e dell’1,3% nel 2016. In Italia, “la politica fiscale deve continuare a mirare a un consolidamento graduale ma costante, in modo da non strangolare la crescita economica incipiente, ma rispettando appieno le regole Ue e riducendo l’elevato rapporto debito-Pil”. E’ quanto raccomanda l’Ocse, secondo le cui stime il debito italiano salirà al 133,2% del Pil nel 2015, ma tornerà poi nel 2016 al 132%, lo stesso livello del 2014. Il rapporto deficit-Pil continuerà invece a scendere, al 2,6% nel 2015 e al 2% nel 2016.
“Il governo deve andare avanti con il suo ampio e ambizioso piano di riforme”
In Italia, “il settore bancario è ancora fragile e non è in buona posizione per sostenere appieno l’investimento privato”, e “un’ampia parte di aziende ha condizioni analoghe di accesso al credito nonostante i tassi d’interesse in calo”ha fatto sapere l’Ocse, secondo cui in questo contesto “gli investimenti sarebbero rafforzati migliorando il regime di insolvenza” con l’uso di tribunali specializzati e accordi extragiudiziali sul debito, e stabilendo una società specializzata di asset management per acquisire i prestiti problematici”. Poi i consigli alla politica italiana.”Per migliorare le prospettive di crescita nel medio termine, il governo (italiano) deve continuare ad avanzare con il suo ampio ed ambizioso piano di riforme istituzionali e strutturali. Ciò include – ha proseguito l’organizzazione – l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, la riforma del sistema scolastico, l’accelerazione dei progetti infrastrutturali pubblici e l’aumento della competitività tra mite la riduzione delle barriere all’ingresso in alcun settori dei servizi”.