Fine d’anno movimentato per le scuole italiane. Nonostante l’appello del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini alla responsabilità di tutte le forze sindacali e le parole di diffida del presidente dell’Autorità di Garanzia per gli scioperi, tutte le organizzazioni sindacali hanno proclamato la protesta durante gli scrutini contro l’approvazione del ddl “Buona Scuola”. Il Miur ha ufficializzato sul suo sito il calendario degli scioperi che prenderanno forma diversa a seconda delle sigle sindacali, ma che dovranno tutti rispettare i servizi essenziali stabiliti dalla Legge 146 del 2000 (e nei contratti nazionali) ovvero garantire le operazioni di scrutinio per le classi finali dei cicli conclusivi.

Per il resto i Confederali con Snals e Gilda hanno deciso di proclamare lo sciopero breve di un’ora degli scrutini da parte del personale docente per due giorni consecutivi, secondo il calendario previsto da ciascun istituto. Questo significa che le due giornate potrebbero essere diverse a seconda dell’organizzazione di ciascun plesso. Una protesta che potrebbe creare parecchi disagi dal momento che basterà che si dichiari in sciopero un solo docente per ciascun consiglio di classe per rinviare gli scrutini. Nemmeno il dirigente potrà intervenire per sostituire l’insegnante ma dovrà prendere atto dell’adesione alla protesta riconvocando gli scrutini in una data successiva alle due giornate consecutive di sciopero. Anche il personale non coinvolto nelle operazioni dei docenti potrà manifestare: gli insegnanti della scuola dell’infanzia potranno scioperare un’ora, la prima o l’ultima, nelle stesse due giornate degli scrutini programmati nella propria scuola. Per loro tra l’altro non ci sono minimi da assicurare. Il comparto Ata (amministrativi e collaboratori scolastici) potrà fare uno stop sempre di un’ora per ciascuna delle due giornate rispettando un solo criterio: se nei due giorni sono previsti scrutini di classi che dovranno sostenere gli esami, dovranno essere garantiti i servizi minimi.

Ad alzare la voce saranno anche i Cobas, l’Usb e l’Anief. Piero Bernocchi, portavoce nazionale del sindacato di base ha comunicato le giornate di sciopero: l’8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige. Inoltre a Roma, il 5 giugno, si terrà un corteo unitario, indetto da alcune Rsu e con la partecipazione di tutti i sindacati che hanno promosso gli scioperi: partirà alle 17.30 dal Colosseo e si recherà a piazza Farnese dove si svolgerà (fino alle 24) una “notte bianca” con interventi, spettacoli, teatro, balli e musica di strada. Nessuno sembra aver dato retta agli inviti della Giannini che nei giorni scorsi aveva chiesto di non far ricadere “su studenti, mondo della scuola e famiglie il peso di una protesta che ha la sua legittimità pienamente riconosciuta ma che può trovare altre forme”. Nei prossimi giorni, in concomitanza con la discussione in Senato del ddl, i professori e i maestri torneranno a farsi sentire.

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