Il fisico britannico, famoso per i suoi studi sui buchi neri e sull'origine nel mondo, è affetto da Sla da quando aveva 21 anni e a causa della malattia è costretto sulla sedia a rotelle e a parlare solo grazie a un sintetizzatore
È una vita che lotta contro una malattia che avrebbe spezzato i sogni e le aspirazioni di chiunque. Invece lui ha guardato al cielo e all’universo con l’intensità che solo uno vero scienziato può capire. E così suona strano leggere la notizia che Stephen Hawking potrebbe ricorrere al suicidio assistito e che soffre una solitudine da numero primo.
Il fisico britannico, 73 anni, è famoso er i suoi studi sui buchi neri e sull’origine del mondo, e da anni si nuove su una sedia a rotelle e parla solo grazie a un sintetizzatore. In un’intervista a Dara O’Briain per un nuovo programma della Bbc, che andrà in onda il 15 giugno Hawking dice: “Valuterò il suicidio assistito solo se sentirò un grande dolore, se riterrò di non avere più nulla da offrire e se penserò di essere un peso per chi si occupa di me”. Hawking è affetto da quando aveva 21 anni da sclerosi laterale amiotrofica: “Mantenere qualcuno in vita contro la sua volontà – ha continuato – è una cosa indegna”.
Nonostante le dichiarazioni sul suicidio assistito, il fisico ha affermato di volere fare altre scoperte e svelare altri misteri dell’universo prima di morire e ha anche parlato di questioni più personali, affermando che a volte soffre di solitudine e che le persone hanno paura di sostenere una conversazione con lui o non hanno la pazienza di attendere che componga la risposta con il suo sintetizzatore. “A volte sono timido o stanco, mi risulta difficile parlare con persone che non conosco”, ha ammesso. Alla domanda su cosa gli manchi di più della sua vita prima della diagnosi della sua malattia, lo scienziato ha risposto: “Mi piacerebbe poter nuotare di nuovo”. “Quando i miei figli erano piccoli – ha continuato – mi dispiaceva non poter giocare con loro”.
Già nel 2013, ricorda il Telegraph, Hawking aveva dato il suo contributo al dibattito pubblico sulla morte assistita dicendo: “Non lasciamo che gli animali soffrano, perché dovremmo farlo con gli esseri umani?”. Il 15 gennaio 2015 è uscito al cinema La teoria del tutto, diretto da James Marsh, film biografico e romantico sulla relazione di Jane Wilde Hawkingcon l’ex marito, passando dalla diagnosi della Sla ai suoi successi nel campo della fisica. Per la sua interpretazione, Eddie Redmayne si è aggiudicato il Premio Oscar al miglior attore