“Renzi come è messo con la stampa? Benino, lo leccano da tutte le parti“. Così Marco Travaglio, ospite di Dimartedì (La7), risponde a una domanda di Giovanni Floris, a proposito del rapporto del premier con l’informazione italiana. Il direttore de Il Fatto Quotidiano parla del suo ultimo libro, “Slurp”, e si pronuncia sullo stato attuale del Pd dopo il voto: “Il Pd ha perso 2 milioni di voti in un anno. E’ vero che c’è il fattore astensionismo, ma c’è anche un fattore ‘Renzi all’incontrario’, cioè è facile vincere alle Europee dopo che si è un mese al governo e l’unica cosa he si è fatta è promettere gli 80 euro che arriveranno in busta paga il giorno dopo. In un anno Renzi ha fatto delle scelte che, in parte, sono andate a colpire dei pezzi del suo blocco sociale. Dubito che gli insegnanti e i pensionati debbano essere le rendite di posizione da attaccare. Bisognerebbe intaccare le rendite dei ladri, degli evasori, dei corrotti. E su questo ho visto fare poco. Berlusconi? Umoristicamente mi manca, mi faceva molto ridere”. Travaglio commenta anche l’esito elettorale del Pd alle regionali: “Raffaella Paita anche senza Pastorino non avrebbe vinto. Racconta balle per non ammettere che era lei il candidato sbagliato. Gli impresentabili? E’ dal 2007 che la commissione Antimafia si è data un codice etico che tutti i partiti hanno sottoscritto e hanno riconfermato nella sua nuova versione con un voto parlamentare a settembre, impegnandosi a non candidare gente rinviata a giudizio per reati gravi”. E prosegue: “Prendersela con la Bindi, che ha solo fotografato il curriculum penale di De Luca, è come uno che si fa un selfie, poi scopre di avere una faccia da culo e denuncia la Apple, perché l’iPhone gli ha fatto una brutta faccia”. Nel finale, il direttore de Il Fatto legge uno stralcio del suo libro, nel quale si descrive una delle giornate di vacanza trascorse da Renzi a Courmayeur lo scorso gennaio