Faccia a faccia tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e la senatrice Pd Valeria Fedeli, durante Dimartedì, su La7. Il tema del dibattito verte sul Pd e sul bilancio post-elezioni regionali. Travaglio osserva: “Il Pd ha sbagliato alcune candidature che, guarda caso, sono proprio quelle renziane: Paita e Moretti. E poi ha completamente trascurato la questione morale che, sia pure tardivamente, l’Antimafia si è incaricata di ricordare,come era suo dovere, proprio in extremis. Il fatto che a Renzi non interessi nulla della sinistra e che l’abbia presa a ceffoni per un anno intero è un dato di fatto”. Fedeli contesta l’appellativo ‘renziani’ dato ai candidati, ma ammette: “Il risultato delle regionali, che non sono né le europee, né le politiche, ci dicono di riflettere su alcune cose”. Il giornalista menziona il monito di Nanni Moretti contro la classe dirigente del centrosinistra nel 2002. E aggiunge: “Renzi è riuscito a far scappare gente, anziché ad attirarla. Il conto poi gliel’hanno presentato alle urne. Chi è che ha sfanculato Civati per un anno? Chi è che si è posto il problema delle primarie truccate in Liguria?”. La senatrice non è d’accordo: “Non è vero. Se Cofferati pensava che le regole delle primarie erano truccate, poteva dirlo prima dell’esito delle primarie liguri”. “Hanno votato persino gli scajolani”, ribatte Travaglio. Il vis-à-vis prosegue ancora sul Pd nell’era Renzi. Travaglio ricorda a Valeria Fedeli il ruolo di Tommaso Barbato nella vittoria di Vincenzo De Luca in Campania e il suo sputo contro il collega Cusumano nel giorno in cui cadde il governo Prodi bis: “Fatti i calcoli, senza i voti della lista barbatiana e della lista demitiana, vinceva Caldoro. La domanda è: ma dove volete andare con questi compagni di strada?”. “Il Pd – replica la Fedeli – è un partito di centrosinistra, si spera, nazionale. Queste sono state elezioni regionali, che hanno storie differenti regione per regione”