
Tutto cominciò nel 1970. “Bruno Beneck, Presidente della Federazione Nazionale Baseball Softball, era in vacanza a Ustica e propose all’albergatore Vito Ailara di mettere su una squadra. Un mese dopo la sua partenza, Ailara si vide recapitare una scatola contenente mazze, palline e guantoni”.
Inizia così una storia lunga trent’anni che porterà Ustica ad essere conosciuta in tutto il mondo (anche) come l’isola del baseball. A spiegarlo è Stefano Coco che, con suo fratello Mathia, ha realizzato il documentario “Ustica, gli anni del diamante”, un film che racconta il fenomeno sportivo e sociale attraverso le testimonianze dei protagonisti e della comunità locale, prodotto dalla loro Riccio Blu Ideazioni nata da meno di un anno.
Tra il 1971 e il 2005 sulla piccola isola del Mediterraneo, di circa mille abitanti, ha avuto luogo la parabola sorprendente del batti e corri, denominazione nostrana del più conosciuto baseball. “Avevamo sette squadre che giocavano campionati ufficiali. Abbiamo seminato terrore nei campi del nord, ma qui sono nate anche grandi amicizie” ricorda Alaria.
Prima l’Ustica Baseball Club e l’Ustica Softball Club nella rispettiva massima serie, poi sua figlia Clelia alle Olimpiadi di Sydney del 2000 con la Nazionale italiana di Softball. “È una storia che doveva essere raccontata. Ci tenevamo” dicono Stefano e Mathia, cresciuti qui e per anni anche loro giocatori.
La realizzazione del documentario è ancora in corso, “abbiamo iniziato a raccogliere testimonianze, fotografie, video in super 8 o vhs e tutti i documenti possibili” spiegano. I due fratelli hanno cominciato nel giugno 2014 e stanno proseguendo ancora oggi.
https://www.youtube.com/watch?v=rulzfhAAchU
Di grande aiuto nel ricostruire la vicenda è stato proprio Vito Ailara, presidente dell’Ustica B.C. e promotore del baseball sull’isola. “In questo momento abbiamo interrotto le riprese, abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per far fronte alle spese necessarie alla produzione dell’intero documentario”.
Sarà di circa 60 minuti anche se la durata potrebbe subire delle variazioni in base al materiale recuperato. “È una storia che può essere raccontata da molteplici punti di vista, sicuramente il più interessante, a nostro avviso, è l’aspetto sociale del fenomeno, cioè il coinvolgimento capillare dell’intera comunità isolana in questo sport” dicono.
Intanto Il progetto ha già ottenuto il patrocinio di Coni, Comune di Ustica, Area Marina Protetta di Ustica e Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica. Ora si spera in una raccolta fondi online per sostenere l’intera realizzazione e la distribuzione del documentario. “Non appena sarà conclusa riprenderemo con le riprese. Abbiamo deciso di sfruttare le potenzialità del web, i nostri mezzi finanziari non bastano”.
Dal 2005 a Ustica non si gioca più a baseball, almeno ufficialmente, ma si organizzano soltanto partite amatoriali tra ex giocatori. Il perché? Sarà spiegato nel documentario non solo da dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi ma anche dal vigile urbano e dal sindaco, dal pescatore e dal contadino. Tutti partecipi, ognuno a suo modo. Di sicuro restano scelte alquanto discutibili della Federazione di allora.
Ustica per le squadre del nord era un problema, troppo costoso raggiungerla. Si diceva. Eppure ancora oggi, anche se al posto del diamante c’è un campo da calcio, è considerata l’isola del baseball.
Michele Falcone
Giornalista
Sport - 3 Giugno 2015
Ustica: l’isola (anche) del baseball raccontata in un documentario
Tutto cominciò nel 1970. “Bruno Beneck, Presidente della Federazione Nazionale Baseball Softball, era in vacanza a Ustica e propose all’albergatore Vito Ailara di mettere su una squadra. Un mese dopo la sua partenza, Ailara si vide recapitare una scatola contenente mazze, palline e guantoni”.
Inizia così una storia lunga trent’anni che porterà Ustica ad essere conosciuta in tutto il mondo (anche) come l’isola del baseball. A spiegarlo è Stefano Coco che, con suo fratello Mathia, ha realizzato il documentario “Ustica, gli anni del diamante”, un film che racconta il fenomeno sportivo e sociale attraverso le testimonianze dei protagonisti e della comunità locale, prodotto dalla loro Riccio Blu Ideazioni nata da meno di un anno.
Tra il 1971 e il 2005 sulla piccola isola del Mediterraneo, di circa mille abitanti, ha avuto luogo la parabola sorprendente del batti e corri, denominazione nostrana del più conosciuto baseball. “Avevamo sette squadre che giocavano campionati ufficiali. Abbiamo seminato terrore nei campi del nord, ma qui sono nate anche grandi amicizie” ricorda Alaria.
Prima l’Ustica Baseball Club e l’Ustica Softball Club nella rispettiva massima serie, poi sua figlia Clelia alle Olimpiadi di Sydney del 2000 con la Nazionale italiana di Softball. “È una storia che doveva essere raccontata. Ci tenevamo” dicono Stefano e Mathia, cresciuti qui e per anni anche loro giocatori.
La realizzazione del documentario è ancora in corso, “abbiamo iniziato a raccogliere testimonianze, fotografie, video in super 8 o vhs e tutti i documenti possibili” spiegano. I due fratelli hanno cominciato nel giugno 2014 e stanno proseguendo ancora oggi.
https://www.youtube.com/watch?v=rulzfhAAchU
Di grande aiuto nel ricostruire la vicenda è stato proprio Vito Ailara, presidente dell’Ustica B.C. e promotore del baseball sull’isola. “In questo momento abbiamo interrotto le riprese, abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per far fronte alle spese necessarie alla produzione dell’intero documentario”.
Sarà di circa 60 minuti anche se la durata potrebbe subire delle variazioni in base al materiale recuperato. “È una storia che può essere raccontata da molteplici punti di vista, sicuramente il più interessante, a nostro avviso, è l’aspetto sociale del fenomeno, cioè il coinvolgimento capillare dell’intera comunità isolana in questo sport” dicono.
Intanto Il progetto ha già ottenuto il patrocinio di Coni, Comune di Ustica, Area Marina Protetta di Ustica e Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica. Ora si spera in una raccolta fondi online per sostenere l’intera realizzazione e la distribuzione del documentario. “Non appena sarà conclusa riprenderemo con le riprese. Abbiamo deciso di sfruttare le potenzialità del web, i nostri mezzi finanziari non bastano”.
Dal 2005 a Ustica non si gioca più a baseball, almeno ufficialmente, ma si organizzano soltanto partite amatoriali tra ex giocatori. Il perché? Sarà spiegato nel documentario non solo da dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi ma anche dal vigile urbano e dal sindaco, dal pescatore e dal contadino. Tutti partecipi, ognuno a suo modo. Di sicuro restano scelte alquanto discutibili della Federazione di allora.
Ustica per le squadre del nord era un problema, troppo costoso raggiungerla. Si diceva. Eppure ancora oggi, anche se al posto del diamante c’è un campo da calcio, è considerata l’isola del baseball.
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.