Scienza

Il morbillo è in aumento perché si vaccina meno?

In questi ultimi mesi capita molto spesso di leggere articoli scientifici e divulgativi allarmanti sulla pericolosità della malattia morbillosa e sul rischio che si diffonda estesamente a causa di molti genitori che si rifiutano di vaccinare i loro piccoli per timore dei danni vaccino-correlati. Ultimamente, poi, è entrato in scena anche il Prof. Garattini con un articolo in una Rivista divulgativa (1) in cui sembra aver fatto affermazioni insolite per un illustre farmacologo.

Ricordo che il vaccino del morbillo già da più di una decina d’anni non può più essere somministrato isolatamente, perché in commercio è disponibile solo il vaccino trivalente Mpr (contro Morbillo-Parotite-Rosolia) che normalmente venga inoculato a 13-15 mesi di vita e proposto nuovamente con un richiamo a 5-6 anni d’età.

Il vaccino Mpr non è obbligatorio, ma è fortemente raccomandato dal Ministero della Salute e dai Servizi vaccinali territoriali e si profondono molte energie per pressare i genitori che non vogliono vaccinare i loro figli affinché cambino parere.

I dati europei disponibili fino a pochi mesi fa indicherebbero che il morbillo, che doveva essere eradicato nel 2015 dall’Europa, sta invece tornando in auge dato che:
– tra il 1997 e il 2009 c’era stato un calo del 96,5%, ma
– tra il 2009 e il 2011 c’è stato un aumento del 455% (da 7.000 casi europei a 27.000).

Questi dati sono comparsi sul sito dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) con l’occasione della Settimana europea dell’immunizzazione 22-27 aprile 2013: l’Oms attribuisce tale aumento della malattia ad un rallentamento sul fronte delle vaccinazioni, peccato però che la copertura vaccinale europea, sempre secondo il medesimo sito, sia rimasta costante o addirittura salita dal 93% (anno 2010) al 94% (anno 2011).

Però, nel marzo/aprile 2015 le pagine suddette sono state ritirate e al loro posto sono state inserite altre che riportano dati molto diversi, perché è scomparsa la bassa numerosità di casi prima segnalati dal 1997 al 2009:

Vediamo però cosa dice l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) i cui recenti dati (marzo 2015) sono riassunti nella tabella seguente:

Prima di tutto prendiamo atto che pare che tutto il mondo sia paese, perché avviene anche in Europa quello che da sempre accade in Italia: la numerosità dei casi di morbillo varia con il variare dell’Agenzia che li registra e qui pare che l’Oms sia molto più pessimista (o forse più allarmista?), perché afferma che negli ultimi anni i casi di morbillo sono circa il doppio di quelli registrati dai Cdc europei.

La tabella 2 ci illustra anche che i casi di morbillo stanno di nuovo calando in Europa (ma questo, anche se con cifre diverse, era un dato espresso anche dall’Oms) e nonostante la copertura vaccinale sia europea sia dei singoli Paesi sia rimasta praticamente invariata (ad eccezione dell’Italia in cui è calata del 2%).

Mi domando: perché allora l’Oms manda periodicamente comunicati allarmanti di aumento dei casi di morbillo?

La tabella 2 ci evidenzia inoltre che ci sono Paesi come l’Austria che hanno una bassa copertura vaccinale senza però avere alcuna epidemia di morbillo, dato che negli ultimi 4 anni ha registrato da 19 a 112 casi di morbillo/anno con una media annua di 8,75 casi di morbillo/milione di persone, frequenza che risulta inferiore a quella della Germania, che ha una media annua di 12,22 casi di morbillo/milione di persone, pur avendo una copertura vaccinale nettamente superiore (97% contro 76%).

Allora non è la copertura vaccinale che ci protegge dal morbillo e non è assolutamente vero che se essa scende sotto il 95%, come ci dicono, torneranno le epidemie di una volta!

A conferma di questo rilievo ci sono i dati olandesi che, anche se l’Olanda ha sempre la stessa copertura vaccinale del 96%, riportano un’incidenza di morbillo molto variabile, passando da 0,6 casi/milione nel 2012 a ben 157,3 casi/milione nell’anno successivo (la variazione dei casi di morbillo è una caratteristica di questa patologia che si manifesta più facilmente ogni 4-5 anni) (2).

Pure l’Italia si trova in una situazione simile perché, come è evidenziato dalla stessa tabella, i casi di morbillo per milione di abitanti variano indipendentemente dalla copertura vaccinale, che resta abbastanza costante.

Quindi, parrebbe che la vaccinazione antimorbillosa non sia molto utile ed efficace nei Paesi industrializzati, mentre è sicuramente efficace nel Terzo Mondo dove la povertà, la mancanza di igiene e l’ignoranza facilitano la diffusione di ogni malattia, morbillo compreso.

Infatti, se analizziamo i dati di un Meeting dell’Oms (Who Strategic Advisory Group of Experts) del 7 novembre 2012, vediamo che (slide 5), mentre nel 1980 nel mondo sono stati riportati poco più di 4 milioni di casi di morbillo e c’era una copertura vaccinale bassissima (circa il 12%), dal 1995 in poi (specie dopo il 2005) i casi mondiali di morbillo sono scesi a circa mezzo milione, molto probabilmente grazie alla copertura vaccinale che è salita avvicinandosi all’80%. Pertanto, dato che il maggior numero di casi di morbillo si registra nei Paesi poveri, la vaccinazione di quei bambini è veramente un atto sanitario e umanitario importante e raccomandabile.

Infatti, verosimilmente grazie alla vaccinazione, la mortalità mondiale per morbillo è scesa da circa 535.300 casi nel 2000 a 139.300 casi nel 2010 (3).

Queste però sono statistiche mondiali, perché tra i Paesi industrializzati il morbillo spaventa molto meno e i casi mortali sono eccezionali.

Perché allora si continua a stressare la nostra popolazione, che vive in condizioni igieniche, sanitarie e culturali molto diverse dai paesi Poveri, con una intensa e allarmista propaganda pro-vaccinale e non ci si sforza di essere obiettivi?

Un ultimo esempio clamoroso

In un libretto diffuso gratuitamente alle famiglie nel 2007-2008 e curato dalla Commissione Vaccinazioni della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip) si legge: “Purtroppo il morbillo è una malattia temibile che frequentemente causa complicazioni e qualche volta la morte. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno si verificano nel mondo 45 milioni di casi di morbillo, responsabili di almeno un milione di morti” (4).

Queste affermazioni spaventano e inducono a vaccinare, ma perché vengono diffuse notizie così false? Il libretto era rivolto alla popolazione italiana e non a quella africana e per di più comunica che nel mondo c’erano circa 45 milioni di casi di morbillo negli anni subito precedenti al 2007, mentre in realtà erano solo l’1% di quel numero (forse sono stati fatti passare per attuali i dati di 60-70 anni fa?) e la mortalità non era certo di un milione di morti e cioè di 1 caso ogni 45 bambini ammalati!

A pag. 2 della suddetta pubblicazione si chiarisce tutto perché si legge (in corpo piccolo): “Questa pubblicazione è stata realizzata grazie al supporto [economico] di Baxter BioScence, Berna Biotech, GlaxoSmithKline, Novartis, Sanofi Aventis Pasteur, Wyeth”, che sono note Case Farmaceutiche produttrici di vaccini pediatrici!

Note

1) Garattini S. No al vaccino? E ritorna il morbillo. BenEssere 1 giugno 2015, pag. 51.
2) Cfr. figura 2 del seguente PDF che riassume i dati ECDC del 2015: http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/Measles-rubella-monitoring-first-quarter-2015.pdf
3) Simons E et al. Assessment of the 2010 global measles mortality reduction goal: results from a model of surveillance data. Lancet 2012; 379 (9832): 2173-8.
9) Commissione Vaccinazioni della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica. Conoscere i vaccini. Pacini Editore, 2007, pag. 21.