Completiamo il quadro del pluralismo politico sui telegiornali in occasione delle elezioni regionali del 31 maggio, prendendo a riferimento l’ultima settimana prima del voto, quella compresa fra il 23 e il 29 maggio.
Rispetto alle settimane precedenti vi sono stati cambiamenti significativi.
Nei telegiornali della Rai, è aumentata la quota del tempo dedicata al Pd, probabilmente per le vicende degli “impresentabili”, mentre è diminuita quella del presidente del Consiglio e del governo. L’area della maggioranza raggiunge il 40%, nella settimana precedente superava invece il 50%. Rilevante è il dato del Presidente del Consiglio, che arriva al 22% del “tempo antenna” (che è composto dalla somma del “tempo notizia” e del “tempo di parola”). Le opposizioni non sembrano essere adeguatamente rappresentate.
Nei Tg di Mediaset si registra un aumento, anche in questo caso, della presenza del Pd e la contemporanea diminuzione del presidente del Consiglio e soprattutto del overno. Il Pdl fa registrare un aumento.
Anche nel TgLa7, si registrano un aumento del Pd e la contemporanea diminuzione del premier e del governo.
La vicenda degli “impresentabili” ha avuto la prevalenza in tutti i telegiornali, com’è dimostrato dall’aumento della presenza del Pd e la contemporanea diminuzione del capo del Governo (si ricorda che Renzi, come qualsiasi politico che abbia incarichi di partito e incarichi istituzionali, è censito come esponente del Pd oppure come presidente del Consiglio secondo l’incarico con il quale interviene).
Sul tema della par condicio non c’è una suddivisione dei tempi condivisa. Diversi anni fa si supponeva che la ripartizione corretta fosse questa: circa il 60% al governo e alla maggioranza, e il rimanente 40% all’opposizione. Il quadro politico è adesso cambiato. Non c’è più il bipartitismo, ma vi sono più opposizioni. Nel frattempo, il premier accumula la doppia carica di capo dell’esecutivo e quella di segretario del partito di maggioranza. La tendenza alla quale i tg sembrano oggi attenersi è quella di ripartire il tempo alla pari fra la maggioranza e il governo da una parte, e dall’altra le opposizioni (semmai i problemi possono esserci sul “peso” dei partiti di opposizione).
È sufficiente però che accada un fatto imprevisto, com’è stato quello degli “impresentabili”, per modificare gli equilibri (l’informazione corre, com’è normale, dietro la notizia). E questo conferma il limite della par condicio (peraltro mai applicata): se per un verso potrebbe evitare gli eccessi, potrebbe nello stesso tempo ingabbiare oltre misura l’informazione.
Se poi la vicenda degli “impresentabili”, in particolare il modo com’è stata rappresentata dai telegiornali, abbia o no condizionato l’esito delle elezioni è da dimostrare. Probabilmente ha rafforzato le idee dell’elettore, e sicuramente ha contribuito ad aumentare l’astensionismo.